14/08/2010 di Redazione

2012 la fine del web-mondo che conosciamo

Le più aggiornate previsioni stimano che tra il 2011 e il 2012 finiranno gli indirizzi IP nell'attuale versione 4 che tutti usiamo e conosciamo. Occorrerà passare all'IPv6. Non sembra però, che questa priorità sia presa molto in considerazione dagli Inter

immagine.jpg

Entro il 2012 si verifichera sicuramente un cambiamento dalle enormi ripercussioni globali: finiranno gli indirizzi IPv4, quelli che utilizziamo oggi, e sarà necessario passare alla nuova numerazione IPv6. Forse non succederà nulla se ci si prepara per tempo e si controllano le applicazioni e gli strumenti indispensabili alla produzione e alla quotidianità del lavoro aziendale. Ma qualche pasticcio potrebbe accadere. Soprattutto perché non sembra vi sia una grande attenzione al problema.

queste erano le previsioni fatte un po' di anni fa: totalmente disattese


Un interessante articolo di Jeson Perlow fa il punto sulla vicenda degli indirizzi IPv4 e delle lentezze verso la migrazione all'IPv6.

Se andate sulle statistiche di "Hurricane Electric" nel sito IPv6 potrete divertirvi a vedere scorrere il calcolatore di indirizzi IPv4 che vanno esaurendosi e la stima dei giorni che restano all'Armageddon finale.

Da quanto risulta, solo il 6,8% dei network sono già IPv6


Tra il 2011 e il 2012 non vi saranno più indirizzi IPv4, quelli che conosciamo tutti e con i quali è nato e s'è sviluppato il World Wide Web dagli anni Ottanta. Già nel 1998 fu lanciato l'allarme dall'Internet Engineering Task Force e furono stabilite le nuove regole dell'IPv6 che consente un così grande numero di indirizzi possibili da permettere di averne uno per ogni persona e per ogni oggetto.

Intanto il tempo passa, gli allarmi incrementano soprattutto da parte dei costruttori di apparati di rete che, dal canto loro, forniscono agli operatori di connettività sia l'IPv4 sia la predisposizione all'IPv6. Solo pochissimi tra gli Internet Service Provider, però, hanno fatto dell'IPv6 la loro scelta prioritaria.

Ciò che sta accelerando le cose con una rapidità imprevista è il successo degli smartphone e la diffusione della banda larga nelle case. Ma soprattutto il primo fattore è estremamente vorace di indirizzi IP: ogni telefonino infatti che si collega ha bisogno di un proprio indirizzo IP e purtroppo non sono state utilizzate tabelle di conversione da parte degli operatori che avrebbero consentito, come accade nelle reti private aziendali, di numerare i device con una numerazione quale 192.168.x.x, oppure 172.16.x.x. oppure 10.x.x.x che avrebbero delegato a un NAT, Network Address Translation, l'indirizzamento verso il device dentro un indirizzo-ombrello del fornitore ISP.

Le rotte IPv6


Al proprio interno tali indirizzi continuano e continueranno a funzionare anche in futuro con gli indirizzi IPv4, se vorranno. Ma quando si entra in contatto con la rete pubblica Internet si fanno i conti con gli indirizzi assegnati dalla IANA, Internet Assigned Numbers Authority. Ogni grande Paese ha un ente che coordina l'assegnazione degli indirizzi della propria country: in USA c'è l'ARIN, American Registry for Internet Numbers; in Italia abbiamo il Registro nazionale.


Ogni utente che a casa propria ha una micro rete privata con un router wireless collegato alla internet pubblica dovrà fare i conti con il cambio dell'IP address verso la nuova numerazione dell'IPv6. I router più moderni sono già predisposti ma non tutti saranno facilmente rinnovati.

Gli smartphone che navigano nel web, come i BlackBerry o gli iPhone, sono già predisposti per IPv6 e gli operatori potranno gestire il cambiamento remotamente.

I computer con i sistemi operativi più recenti sono già nativamente predisposti a IPv6. Niente del genere invece accade a Windows XP o a Wudows Server 2003. Forse Microsoft potrà sviluppare un Service Pack specifico per questi vecchi ambienti per evitare grane agli utenti anche se sono scaduti i tempi di supporto e assistenza.

Un'altra suggestiva mappa delle rotte IPv6


Il vero guaio è che sono gli ISP che non sembrano ansiosi di richiedere il grappolo di indirizzi che sono loro necessari e che non stanno provvedendo alla predisposizione e al controllo di tutti gli apparati per il passaggio alla nuova numerazione.

Non siamo ancora al gigantesco sforzo dell'inizio anno 2000 quando il cambio di data aveva minacciato enormi problemi e l'industria ICT fece di tutto per controllare il problema Y2K che risultò un grosso business per i consulenti informatici e qualche marginale problema per le imprese. Il caso dell'IPv6 ha ripercussioni mondiali e dimensioni globali pur coinvolgendo più direttamente un minor numero di protagonisti.

Eppure sarebbe il caso di porvi attenzione: quante applicazioni aziendali hanno scritto nel codice un indirizzo IPv4 assoluto e indispensabile al suo funzionamento? Il 2011 è domani e il 2012 non sarà la fine del mondo ma quella dell'IPv4 e, se non s'incomincia almeno a porvi attenzione, potrebbe avere effetti imprevedibili.

ARTICOLI CORRELATI