08/01/2014 di Redazione

2014: It affamata di competenze e app

CA Technologies scommette sulle cinque tendenze che disegneranno il nuovo anno: dalla carenza di professionisti esperti di Big Data, alla corsa allo sviluppo di applicazioni, passando per l’esaltazione della user experience e per i cambiamenti imposti all

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La tecnologia è anche questione di persone, interazioni, relazioni. L’elemento umano è sempre più centrale, determinante nel trainare nuove tendenze e investimenti nel mondo dell’Ict: competenze, percorsi professionali, ma anche l'esigenza di una user experience multicanale plasmeranno il futuro. A partire da oggi, da un 2014 per cui CA Technologies ha tracciato le sue previsioni in pillole.

Cinque i trend in primo piano, dimostrazione di come l’innovazione e lo sviluppo tecnologico non soltanto condizionano la società, ma ne sono a loro volta condizionati.



Cercasi Data Scientist disperatamente

Non è la prima volta che si sente parlare di deficit delle competenze in ambito It, ma in tempi di crisi economica e occupazionale il surplus di domanda di lavoro fa sempre un certo effetto. CA Technologies fa notare come, sebbene il mondo aziendale sia stato rapido nell’adottare e investire nel social, nella mobilità e cloud, la straordinaria diffusione di questi approcci ha creato enormi difficoltà all’interno delle imprese. Si tratta di risorse potenti, ma per poterne cogliere i vantaggi è necessario, a detta di CA, un cambiamento radicale nella cultura e nel bagaglio di competenze delle aziende.

In particolare, i Big Data richiedono una nuova figura professionale, il Data Scientist, mentre i progressi registrati nelle tecnologie per la mobilità e il social networking e nelle tecnologie a sensori dipendono da una riqualificazione del disegno e dell’architettura delle applicazioni e delle interfacce utente. Tutte competenze altamente specializzate, che al momento scarseggiano e sono difficili da reperire all’interno della singola azienda.

Che cosa aspettarci per il futuro? Secondo fonti varie, nel prossimo decennio la quasi totalità delle 30 professioni più richieste richiederà persone qualificate in ambito “Stem”, ovvero Science, Technology, Engineering e Math. Eppure l’offerta di professionisti altamente qualificati non sta crescendo abbastanza rispetto alla domanda. Uno studio della Georgetown University prevede che prima della fine del 2018 nei soli Stati Uniti mancheranno all’appello ben tre milioni di laureati in discipline tecnico-scientifiche.

Il rimedio c’è: è necessario investire in programmi mirati per le diverse fasce d’età e per i diversi livelli di scolarizzazione. Dal punto di vista del business, secondo CA avranno la meglio le aziende che assumeranno un “atteggiamento proattivo” per comprendere e gestire la carenza di personale qualificato, e questo significa investire nel lungo termine nell’istruzione tecnica e favorire la circolazione di competenze in modalità “community-based”.

Appetito per le app

La grande diffusione del cloud computing e della mobility ha portato a trasformazioni fondamentali nelle modalità di creazione e deployment delle applicazioni, alimentando allo stesso tempo l’economia delle Api, le Application Performance Interface. Perdendo il loro carattere monolitico e l’hosting su un’unica piattaforma, le applicazioni possono ora essere rapidamente assemblate con componenti in-house e/o sviluppati da provider che possono anche risiedere in luoghi separati, cioè su una piattaforma hardware, nel cloud o su entrambi.

A detta di CA, In questo tipo di contesto i chief information officer dovranno puntare sulla gestione di app e servizi, e così facendo accresceranno il potenziale di successo della loro azienda. Oggi più che mai, l’It ha tutte le carte in regola per assumere il ruolo di “assemblatore di applicazioni” e di “broker di servizi” per il business. Via via che SaaS, PaaS e IaaS offriranno un accesso “chiavi in mano” alla capacità elaborativa, l’It si concentrerà sempre più su applicazioni gestionali composite (anziché seguire il solito modello “compra-sviluppa-gestisci”) per raggiungere nuovi livelli di velocità, innovazione, performance ed efficienza dal punto di vista del rapporto costi/rischi. Per portare a termine questa transizione, i Cio dovranno valorizzare le architetture orientate ai servizi (le Service-oriented architecture, Soa),  attraverso un utilizzo più efficiente e un maggior controllo delle Api.

Lo stato delle strategie di mobility aziendali in un'indagine di CA Technologies


L’imperativo della user experience

L’esperienza dell’utente è diventata il focus principale per il design di qualsiasi cosa. E per “utente” si intendono sia i clienti e i comuni utilizzatori di Internet, di uno smartphone, di un servizio, sia i dipendenti delle aziende. Anche i servizi It hanno ormai aderito completamente a un’ottica imperniata sugli utenti “consumer”. Questo cambiamento di paradigma sta rivoluzionando le modalità di sviluppo delle applicazioni e in futuro porterà a una maggiore diffusione del cosiddetto “experience-driven design”. Ci vorrà, secondo CA Technologies, un approccio simile al DevOps, una metodologia di sviluppo software in cui developer e operatori It lavorino insieme per velocizzare la distribuzione di nuovi servizi per il business.

Sempre in tema di esperienza di utilizzo delle tecnologie, crescerà la fruizione di contenuti e servizi veicolati dal mobile e dai dispositivi indossabili, di cui tanto si parla ultimamente (basti vedere quanto i media dedicano attenzione al tema degli smartwatch, degli occhiali Google Glass e dei sensori). Lo sviluppo “mobile first” cederà il passo ad approcci “experience first” multicanale: bisognerà ragionare in termini trasversali, pensando a smartphone, tablet, smart TV, console di gaming, computer, in modo da garantire la migliore esperienza utente su tutti i formati di schermo e per tutti i tipi di interazione.

Inoltre, la gestione dell’It sulle piattaforme mobile e social si occuperà meno di amministrare e proteggere i dispositivi, focalizzandosi invece sulla gestione e sicurezza delle applicazioni e dei dati di tipo mobile, senza però che sia penalizzata la user experience.

Il crollo delle barriere
Fenomeni di massa che impattano sull’utente ricadono, in realtà, anche sullo sivluppo delle applicazioni. La nuova generazione di consumatori autodidatti e abituati a condividere esperienze o informazioni tramite i social media è entrata in azienda, e pretende strumenti e modalità di lavoro altrettanto “2.0”.

Secondo CA, in questo contesto cloud computing, mobilità e DevOps si stanno fondendo in un unico movimento. Queste esperienze evolute imporranno lo stesso livello di agilità da ogni azienda, andando ad alimentare il metodo DevOps che necessita della ricostituzione dei framework tradizionali quali ITIL (Information Technology Infrastructure Library), da cui verranno estratti i concetti più validi per adeguarli a uno sviluppo agile e moderno.

“Nel 2014, l’It si adopererà per introdurre dei modelli che prevedano un coinvolgimento più intenso fra il business e i servizi erogati,” ha dichiarato John Michelsen, chief technology officer di CA Technologies. “I Cio si stanno abituando all’idea di cedere il controllo (pur nell’ambito di un modello di erogazione dei servizi a 360 gradi), incaricandosi invece di assemblare tutte le componenti e le tecnologie necessarie per realizzare una user experience sempre più integrata. Puntando su sistemi di ingaggio erogati in mobilità e facendo sempre più affidamento sulle soluzioni di Application Performance Management, l’It si assume un ruolo crescente di consulente di fiducia e broker dei servizi in questo ‘mondo nuovo’ dell’It dinamico”.

Sicurezza: priorità numero uno
L’It e i dirigenti aziendali hanno una cosa in comune: per entrambi, la prima preoccupazione e il primo bene da preservare è la sicurezza. Questo tema dominerà anche nel corso del 2014, dal momento che la mobilità, i social media, DevOps e la diffusione del cloud hanno spalancato i cancelli dell’impresa e introdotto nuovi rischi nel luogo di lavoro. In questa impresa “aperta”e in rapida espansione, dove vige il paradigma collaborativo, il controllo esercitato dall’It per forza di cose si riduce. E dunque i chief information officer e i chief security officer dovranno ricercare un difficile equilibri fra le esigenze di protezione e quelle di modernizzazione dell’azienda.

Qualche consiglio pratico? Si possono offrire agli utenti strumenti di sicurezza pratici, semplici e automatizzati sul back end. Se questo requisito di fondo viene abbinato a una strategia di previsione, prevenzione e preparazione in vista di una possibile violazione della sicurezza, l’It partirà con il piede giusto per bilanciare l’adeguamento e la modernizzazione con la sicurezza.

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