29/06/2017 di Redazione

Accordi con Google e disaster recovery immediato per Nutanix

La società di San Jose ha annunciato una collaborazione con Alphabet, secondo cui si potranno spostare sul cloud le applicazioni containerizzate, sfruttando tutti I vantaggi dell'approccio ibrido. Debutteranno a breve due nuovi servizi, per il disaster re

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Inutile cercare di competere a muso duro con gli irraggiungibili colossi del cloud, meglio intessere collaborazioni e ritagliarsi uno spazio specifico: è questa la strategia di Nutanix, azienda statunitense nata in Delaware e oggi domiciliata a San Jose, che negli ultimi anni ha compiuto un significativo riposizionamento dal mercato dello storage (e in particolare del software-defined storage e delle soluzioni per la gestione di infrastrutture iperconvergenti) a quello, più ampio e complesso, dei servizi di cloud computing. Un percorso che ora prosegue, con alcuni passi avanti: una partnership con Alphabet, la società madre di Google, e poi nuovi servizi di nuvola per il disaster recovery “istantaneo” e per il provisioning delle risorse.

La collaborazione con il colosso di Mountain View è stata comunicata da Cnbc, provocando un rialzo del 10% nel valore del titolo Nutanix. Il software di containerizzazione di quest'ultima, in base all'accordo, potrà essere eseguito sull'hardware di Nutanix oppure sulla nuvola di Google attraverso Kubernetes o altri sistemi di gestione del cluster di container. Per I clienti di Nutanix, questo si tradurrà nella possibilità di spostare facilmente i workload da risorse on-premise verso il cloud, sfruttando al meglio i vantaggi dell'approccio “ibrido”.

A detta dell'amministratore delegato di Nutanix, Dheeraj Pandey, la maggior parte dei clienti opterà per Kubernetes, sistema che d'altra parte è nato proprio nella fucine di Google prima di diventare un progetto open-source. Nell'intervista concessa alla Cnbc, Pandey ha anche sottolineato la propria ammirazione per Diane Greene, la dirigente (ex di Vmware, di cui è stata cofondatrice) che da circa un anno e mezzo occupa la poltrona di senior vice president della divisione Enterprise businesses di Google, ovvero della divisione che gestisce tutto ciò che riguarda i data center e i servizi cloud alle aziende. La scalata del gruppo di Mountai View in questo campo, già dominato da Amazon Web Services e da Microsoft, è secondo molti commentatori il frutto dell'opera di Greene.

In merito alle novità di offerta, l'ambizione di Nutanix è quella di consentire “un nuovo approccio ai servizi cloud”, e in particolare al disaster recovery e agli strumenti di provisioning delle risorse.

L'idea di fondo è quella di consentire ai clienti una vera gestione “ibrida” delle proprie risorse, il che significa non soltanto mix infrastrutturale di server ospitati on-premise e affittati nel cloud, ma anche una gestione unificata dei due mondi. Ogni barriera dovrà scomparire, mentre quello che Nutanix chiama “sistema operativo cloud” permetterà di configurare e orchestrare allo stesso modo le risorse proprietarie e quelle “as a Service”.

 

 

Il primo servizio del nuovo pacchetto in rampa di lancio è Xi Disaster Recovery: con esso sarà possibile replicare nel cloud le macchine virtuali selezionate, avendo la garanzia che queste siano immediatamente recuperate in caso di problemi sul sito primario. Rispetto al classico disaster recovery, questo servizio non duplica soltanto i file, ma anche tutti gli elementi di contorno, come le licenze e gli indirizzi IP. Non è necessario preoccuparsi di nessuna delle tipiche operazioni preparatorie del disaster recovery, come la configurazione del sito di recovery (per replica dei dati, networking, policy di sicurezza, eccetera), e tutta la gestione è veicolata da Prism. In caso di incidente informatico o di disastro naturale, grazie al cloud si ritorna immediatamente operativi, appoggiandosi a Nutanix per tutto il tempo necessario a ripristinare le risorse on-premise.

 

 

Il secondo servizio si chiama Nutanix Calm, dal nome della tecnologia dell'azienda acquisita l'anno scorso (Calm.io), e riguarderà invece il provisioning e l'automazione degli ambienti cloud. Integrandosi con gli altri software di Nutanix, Calm aggiunge un livello di gestione ulteriore del cloud pubblico e consente di prevedere quante e quali risorse servano sulla base di comportamenti di utilizzo abituali. Creando dei blueprint per ogni applicazione, ciascuno dei quali contenente istruzioni e configurazioni varie, diventa possibile gestire non più le macchine virtuali bensì le singole applicazioni.

 

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