28/01/2016 di Redazione

AlphaGo, un computer campione del gioco più antico del mondo

Il sistema di intelligenza artificiale sviluppato dal laboratorio DeepMind di Google ha battuto in cinque match consecutivi il campione europeo di Go, un millenario gioco da tavola cinese. Merito dei “deep neural network” che mimano il ragionamento umano,

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L’intelligenza artificiale di Google si esercita con il gioco più antico del mondo: Go, una millenaria creazione cinese che richiede ai due sfidanti grandi capacità logiche e tattiche. Sfidanti che normalmente sono in carne e ossa ma che hanno incluso un umano e un sistema artificiale, AlphaGo, nell’ultima sperimentazione dei ricercatori di DeepMind, un progetto dedicato al machine learning e al computing cognitivo, aperto a contributi esterni ma promosso da Google. AlphaGo ha affrontato e battuto in un torneo di cinque partite l’attuale campione europeo di Go, il francese (ma di orgini cinesi) Fan Hui, con un netto 5-0. La sfida si è svolta nel mese di ottobre del 2015, ma è stata raccontata solo qualche giorno fa dalla testata scientifica Nature.

Go è un rompicapo che da decenni rappresenta un terreno di allenamento e una grande sfida per i sistemi di intelligenza artificiale. Sfida in parte irrisolta, perché anche i programmi più avanzati finora avevano raggiunto una “bravura” paragonabile a quella di un giocatore dilettante e non certo di un campione.

Di tutt’altra stoffa è AlphaGo. La creazione dei laboratori DeepMind ha non solo battuto Fan Hui, ma ha vinto il 99,8% delle cinquecento partite disputate contro altri simili programmi di intelligenza artificiale sviluppati per Go. Questo ha contribuito a esercitare e migliorare la tecnica di AlphaGo, che proprio come un giocatore umano ha appreso dall’esperienza e dai propri errori.

 

Il campione francese Fan Hui (Foto: Google DeepMind)

 

Il programma si basa su due “deep neural network” che mimano il ragionamento umano: uno è un grado di predire la prossima mossa dell’avversario (e dunque serve a pianificare la strategia di gioco), l’altro stima la probabilità di vittoria di ciascuna posizione della pedina. Con il machine learning, inoltre, il sistema si è allenato e potenziato nel tempo. Prossima sfida a marzo: a Seul AlphaGo affronterà in un torneo di cinque partite il sudcoreano Lee Sedol, trentatreenne campione mondiale di Go che vanta un curriculum di diciassette titoli internazionali vinti.

Chi la spunterà? “Non ho scommesso denaro sulla vittoria di AlphaGo”, ha detto, scherzosamente, il ricercatore di DeepMind David Silver, “ma credo che abbiamo una bella reputazione da difendere. Diciamo allora che sarei molto deluso se perdessimo il torneo di marzo. Ma non si sa mai, tutto è possibile. Gli esseri umani hanno molti assi nella manica, e per queste cose un computer non può allenarsi”.

 

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