15/12/2014 di Redazione

Altro che copyright, gli editori spagnoli rivogliono Google News

La Asociación de Editores de Diarios Españoles è tra i promotori della nuova legge nazionale sul diritto d’autore che ha spinto Big G a chiudere l’edizione spagnola del servizio di aggregazione delle notizie. Gli editori, però, fanno ora una velato dietro

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L’associazione che rappresenta gli editori spagnoli ha paura di perdere la spinta propulsiva di Google. Qualche giorno fa la società di Mountain View aveva annunciato la chiusura dell’edizione spagnola del servizio Google News come conseguenza di una nuova legge sul copyright varata dal governo di Mariano Rajoy, che dal prossimo anno obbligherà i servizi Web di aggregazione delle notizie (come Google News e l’analogo di Yahoo!) a corrispondere una royalty all’autore dell’articolo.

Alla valanga di critiche giunte sul Web da parte di analisti ed editori si associa ora la posizione dei diretti interessati. La Asociación de Editores de Diarios Españoles, Aede, sostanzialmente fa dietrofront, perché proprio questo organismo era stato fra i promotori della nuova legge (la quale, fra le altre cose, sanziona con multe salatissime, fino a un massimo di 600mila euro, i siti Web che pubblicano materiale o link a contenuti piratati).

Gli editori spagnoli hanno fatto pubblico appello: “Considerata la posizione dominante di Google, Aede richiede l’intervento delle autorità spagnole e comunitarie e dell'autorità garante della concorrenza per proteggere efficacemente i diritti dei cittadini e delle aziende”. La dinamica del dietrofront non è del tutto chiara: ufficialmente, l’associazione non ha ammesso di aver cambiato idea, ma forse è stata colta di sorpresa di fronte alla reazione netta di Big G, con l’annuncio della chiusura del servizio.

Google News, d’altra parte, fa gioco agli editori, generando traffico in entrata (la 70 edizioni nazionali del servizio provocano 10 miliardi di click mensili) e guadagni attraverso AdSense (9 miliardi di dollari in un anno). Quello che l’Aede si auspicherebbe è un compromesso che possa salvare capra e cavoli, ovvero traffico e royalty per gli autori dei contenuti.


“Non stiamo chiedendo a Google di fare un passo indietro, siamo sempre aperti a una negoziazione”, ha spiegato Irene Lanzaco, una portavoce di Aede. Specificando che, a loro dire, “Google non ha mantenuto una posizione neutrale”, ovvero non si sarebbe limitata ad annunciare la chiusura del servizio ma avrebbe anche deciso di penalizzare gli editori spagnoli all’interno dei risultati del motore di ricerca generico. Al di là delle accuse velate, non è chiaro se e come questo sia già avvenuto, ma quel che è certo è che l’improvvisa scomparsa di un tassello di Google News non gioverebbe a nessuna delle parti. E sicuramente nemmeno agli utenti.

 

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