19/01/2016 di Redazione

Amazon non teme la burocrazia e spinge il progetto Prime Air

In un’intervista fiume a Yahoo, uno dei massimi dirigenti del colosso Usa ha illustrato idee e dettagli della nuova modalità di consegna con i droni. I velivoli saranno completamente automatizzati e in grado di evitare gli ostacoli, recapiteranno pacchi i

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Il progetto di consegne rapide Prime Air di Amazon, che prevede l’utilizzo di droni per recapitare pacchi anche in trenta minuti, si sta concretizzando sempre più. Se ne parla ormai da molto tempo e, di tanto in tanto, il Web fa circolare indiscrezioni più o meno corpose. Il duello principale che Amazon sta ancora portando avanti è quello contro la Federal Aviation Administration statunitense, l’ente regolatorio degli Usa che ha fissato paletti ben precisi all’utilizzo di droni in luoghi abitati. Ma anche le agenzie gemelle di altri Paesi del mondo guardano ancora con sospetto questa tecnologia, in quanto potrebbe (a ragione) interferire con il regolare traffico aereo e arrecare danni a persone e cose. David Pogue, giornalista di Yahoo, ha pubblicato online una lunga intervista con Paul Misener, vice president for global public policy di Amazon. I due hanno conversato sul progetto Prime Air, sul suo attuale stato di sviluppo e su alcune caratteristiche che il servizio potrà avere.

Innanzitutto, il prezzo. Purtroppo, qui arriva la prima delusione. “Non lo sappiamo nemmeno noi”, ha commentato Misener. Quel che è certo al momento, però, è che Amazon ha in cantiere diversi modelli di droni, che verranno utilizzati in contesti ambientali differenti. “Abbiamo prototipi su cui stiamo lavorando in modo simultaneo”, ha spiegato Misener. “I nostri clienti negli Stati Uniti vivono sia in aree calde e polverose come quella di Phoenix, sia in zone calde, umide e piovose come quella di Orlando. Oppure sulle Montagne Rocciose del Colorado”.

Senza dimenticare ovviamente le differenti tipologie di edifici. “Certe persone vivono nelle fattorie, alcuni in altissimi condomini. Altri ancora in tutto quello che si trova in mezzo, sia in aree urbane sia extraurbane”. L’obiettivo di Amazon è sfornare droni (silenziosi) che riusciranno a servire tutti questi clienti senza troppi problemi. Interessante il discorso sul design dei velivoli che, a detta di Misener, assomiglieranno poco ai droni attualmente in commercio. “Saranno modelli altamente automatizzati, dotati di tecnologie chiamate ‘sense-and-avoid’ che permetteranno loro di vedere gli ostacoli e di evitarli”, ha aggiunto il dirigente di Amazon, paragonando addirittura i piccoli aerei ai cavalli.

Ma la sfida principale a una piena realizzazione del progetto rimane ancora quella burocratica, più che quella tecnologica. È lo stesso Misener a riconoscerlo. “L’automazione tecnologica già esiste. Dobbiamo solo essere sicuri che funzioni al meglio ed essere in grado di dimostrarlo. Le problematiche regolatorie a cui fai riferimento (si rivolge all’intervistatore, che ha posto proprio una domanda sulla burocrazia, ndr) sono complesse. Ma siamo convinti che, una volta dimostrata la bontà del progetto, le regole seguiranno velocemente”.

 

 

Uno degli aspetti principali da risolvere è l’altitudine a cui i droni voleranno. Secondo Amazon, tra i 400 e i 500 piedi (circa 122 – 152 metri) ci dovrebbe essere una no fly zone. Sopra questa quota attualmente volano gli aerei. Tra i 200 e i 400 piedi, invece, potrebbero inserirsi i velivoli automatici. Al di sotto, infine, lo spazio verrebbe limitato soltanto a determinate operazioni, come il decollo e l’atterraggio. Per altri operatori, invece, si parla di fotografia aerea.

Ma l’importante è che il colosso diretto da Jeff Bezos e i responsabili del progetto Prime Air siano convinti dell’iniziativa. “È reale. Abbiamo arricchito il team includendo ingegneri aeronautici, esperti di robotica, un ex astronauta della Nasa. Queste persone sono concentrate e lavorano sodo per rendere concreta questa idea, oltre a dimostrare la sua sicurezza prima dell’inizio delle operazioni”, ha concluso Misener.

 

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