13/10/2016 di Redazione

Ambiente di lavoro mobile: le minacce arrivano anche dai social

La generazione Millennial, abituata alle nuove tecnologie, chiede più flessibilità, autonomia e creatività. Ma le aziende non sono pronte. Secondo Dimension Data le imprese devono aggiornarsi per affrontare al meglio i cyberattacchi, che potranno arrivare

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Una persona utilizza in media quattro dispositivi al giorno, ma le proiezioni di Frost & Sullivan parlano di ben cinque device connessi entro i prossimi quattro anni. Nel 2020, inoltre, 1,55 miliardi di persone saranno responsabili per il lavoro portato a termine non più solo presso la propria scrivania, ma teoricamente ovunque. E gli impieghi saranno svolti da dipendenti e professionisti sempre più votati alle tecnologie, in quanto nei prossimi dieci anni il 50 per cento della forza lavoro globale sarà rappresentato da millennials, più interessati all’equilibrio lavoro-vita rispetto alla generazione precedente. La combinazione mobile e appeal tecnologico ha già stabilito le basi per una trasformazione netta del modo di intendere il lavoro, che deve essere flessibile, autonomo e creativo. Le aziende che non sono in grado di offrire ambienti di questo genere corrono il rischio di perdere i talenti di prossima generazione.

È l’allerta lanciata da Dimension Data, che ha realizzato un white paper per esaminare le necessità di trasformazione delle organizzazioni, in modo da consentire ai dipendenti di lavorare in spazi caratterizzato da tecnologie mobili ancora maggiori. Senza rinunciare alla sicurezza. Oggi però il 79 per cento delle imprese non possiede un piano formale di risposta agli incidenti. E i rischi potenziali sono sempre più numerosi, basti pensare solo agli attacchi conducibili tramite i dispositivi mobili, attraverso reti wireless non sicure o diretti alle piattaforme cloud: servizi da cui le aziende dipendono sempre più.

Anche per questi motivi, le imprese devono aggiornare le infrastrutture legacy per andare incontro ai bisogni di mobilità dei dipendenti, i quali sono ancora spesso “legati al classico orario d’ufficio e le politiche di lavoro da casa non esistono, così come non è permesso utilizzare i propri dispositivi”, scrive Dimension Data nel white paper.

Nel documento la società sottolinea inoltre come i social network, seppur importanti anche per la vita lavorativa, possano rappresentare un rischio ulteriore per la sicurezza. L’esempio riportato è quello di Linkedin, sempre più associato all’invio di spam. “La crescente popolarità della piattaforma sta attraendo un numero in crescita di malintenzionati, che la vedono come un nuovo ed efficace vettore di attacco”, scrive Dimension Data.

 

Fonte: Dimension Data, "Security workspaces for tomorrow"

 

“Negli ultimi due anni sono cresciuti gli account fraudolenti di Linkedin, con persone che si spacciano per reclutatori o professionisti a caccia di manager senior, invitando le vittime ad aprire link con contenuti pericolosi”. Gli utenti finali vengono identificati come l’anello più debole e come minaccia interna: il 54 per cento dei professionisti della sicurezza di tutto il mondo vede proprio nell’ingegneria di phishing/social una delle due più comuni tecniche di minaccia informatica.

Infine, Dimension Data identifica l’Internet of Things come “l’Internet delle Minacce”. Gli ambienti di lavoro del futuro con dispositivi connessi offrono un livello di controllo e di personalizzazione che non era possibile raggiungere in passato. Tuttavia, questi device e i relativi hub possono essere più suscettibili di cyber attacchi in quanto tipicamente possiedono solo funzionalità di sicurezza basilari.

 

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