12/06/2020 di Redazione

Anche Amazon e Microsoft dicono no al riconoscimento facciale

Dopo Ibm, anche altri due colossi prendono posizione contro questa tecnologia e bloccano le vendite alle forze di polizia americane, almeno fino a quando il suo uso non sarà regolamentato nel rispetto dei diritti umani.

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Negli Stati Uniti continuano le proteste per la morte di George Floyd, e sia Amazon che Microsoft hanno deciso di non fornire più le loro applicazioni per il face regnognition alle forze dell’ordine americane. Questo fino a quando non ci sarà una legge che ne regoli meglio l’uso e, soprattutto, garantisca il rispetto dei diritti umani. Lo stop arriva pochi giorni dopo l’annuncio di Ibm, che ha deciso di abbandonare il business del riconoscimento facciale, condannandone l’uso per scopi “generici”, in particolare per la profilazione razziale.

Il divieto di Amazon, della durata di un anno, riguarda il suo software per il riconoscimento facciale Rekognition. Il gigante dell'e-commerce ha spiegato di aver preso questa decisione per dare al Congresso degli Stati Uniti "tempo sufficiente per mettere a punto le regole appropriate" sull'uso etico di questa tecnologia. L’azienda ha però dichiarato che consentirà alle organizzazioni umanitarie di utilizzare l’applicazione, in modo che possa essere di aiuto per salvare chi è vittima della tratta di esseri umani.

La decisione di Amazon è senz’altro legata, inutile dirlo, alla morte di George Floyd e alle proteste promosse dal movimento Black Lives Matter in corso. Infatti, il Ceo di Amazon Jeff Bezos ha confermato pubblicamente il suo sostegno al movimento, affermando di avere risposto personalmente alle mail dei clienti arrabbiati per la posizione dell'azienda.

Anche Microsoft ha fatto sentire la sua voce. Il presidente Brad Smith, durante un evento online del Washington Post, ha annunciato: "Abbiamo deciso che non lo venderemo ai dipartimenti di polizia americani fino a quando non avremo una legge nazionale basata sui diritti umani che governerà questa tecnologia". Questo impegno non riguarda solo le forze dell’ordine, ma qualsiasi settore. Come ha specificato Brad Smith, ci saranno controlli e revisioni per verificare l'uso del riconoscimento facciale in altre aree e fare in modo che i diritti civili siano sempre e comunque rispettati.

L'approccio è coerente con la posizione di Microsoft degli ultimi anni. Già nel 2018 aveva chiesto al Congresso di creare una regolamentazione precisa sul riconoscimento facciale e ha rifiutato, almeno una volta, di firmare un contratto con le forze dell'ordine degli Stati Uniti, in quanto riteneva che non avrebbe rispettato i diritti umani. La società ha anche ridimensionato i suoi investimenti nella tecnologia di face recognition.

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