12/09/2017 di Redazione

App e Web protetti dal Safe Browsing su tre miliardi di device

Il software di Google, utile per mettere in sicurezza la navigazione Web ma anche applicazioni come Snapchat, ha superato la soglia dei tre miliardi di dispositivi protetti. Il suo essere “discreto” e spesso invisibile è un punto di forza.

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A oltre dieci anni dalla sua nascita, il Safe Browsing di Google è arrivato ad abbracciare tre miliardi di dispositivi, fra computer da scrivania, portatili, tablet e smartphone. Il traguardo annunciato dall'azienda di Mountain View segna un sostanzioso progresso rispetto ai due miliardi di dispositivi protetti conteggiabili nel 2016, ed è anche frutto degli ampliamenti di funzionalità introdotti negli ultimi mesi nel software: il Safe Browsing può ora mettere in sicurezza non solo la navigazione Web su Pc con Chrome, Firefox e Safari, ma anche la posta elettronica di Gmail (con la segnalazione degli Url sospetti), la navigazione con Safari su iPhone e iPad e le applicazioni Android sviluppate da terze parti.

Snapchat, per esempio, ha scelto di integrare al suo interno la funzionalità di verifica degli Url del Safe Browsing: quando un utente clicca su un link ricevuto all'interno di una conversazione, se il collegamento rimanda a una pagina contenente malware o altre minacce viene visualizzato un alert. A vantaggio della privacy, il collegamento Url non viene condiviso con Google.

Una delle ragioni del successo di questo software sta nella sua capacità di essere “discreto”, non invadente. “Negli ultimi anni”, si legge in un blogpost firmato da Stephan Somogyi ed Allison Miller, “abbiamo ripensato il modo in cui il Safe Browsing presenta i dati. Abbiamo creato tecnologie che riducono al massimo la presentazione dei dati: inviamo soltanto le informazioni più importanti per proteggere uno specifico dispositivo e ci assicuriamo che questo dato sia compresso al massimo”.

 

 

 

Il Safe Browsing, dunque, nelle intenzioni di Big G dev'essere allo stesso tempo efficace e avere un impatto minimo sull'esperienza di navigazione, sia in termini di alert visuaizzati, sia di consumo di dati (elemento importante su uno smartphone). “Potreste anche non conoscerlo per nome”, specificano i due esperti di Google, “perché per la maggior parte del tempo mentre vi sta proteggendo resta invisibile”. Ulteriori potenziamenti deriveranno, in futuro, da un più ampio impiego di tecnologie di intelligenza artificiale capaci di individuare con più accuratezza possibili minacce.

 

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