12/06/2012 di Redazione

App mobili, è boom di download, e di fatturato

Secondo l’Osservatorio Mobile Internet Content&Apps della School of Management del Politecnico di Milano, la spesa degli italiani per la navigazione da telefonino è cresciuta nel 2011 del 52%, salendo oltre quota 800 milioni di euro. Ed è tornato a cresce

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È l’aspetto più vistoso, dinamico e inarrestabile dell’infatuazione mobile che sta travolgendo i consumi digitali degli italiani: la crescita delle app sviluppate, installate e (spesso) acquistate dagli utenti per svolgere una varietà di funzioni, dall’intrattenimento alla produttività aziendale.



L’Osservatorio Mobile Internet, Content&Apps, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano ha misurato il fenomeno svelando che nel 2011 il business legato alle applicazioni per smartphone e tablet è tornato a crescere del 4% dopo tre anni di contrazione, toccando quota 530 milioni di euro.

Una somma derivante tanto dagli acquisti pre-download, quanto dalle vendite tramite applicazione (il cosiddetto in-app billing) e dall’advertising, e che per l’anno 2012 è prevista in ulteriore e decisa crescita, +15%. Il ruolo del leone, attualmente, spetta ai ricavi per le app a pagamento o per i contenuti premium, che coprono il 90% dei ricavi, lasciando il restante 10% alla pubblicità inserita nei contenuti gratuiti.

La ricerca fornisce qualche dettaglio in più su quali tipi di programma per smartphone e tablet stiano riscuotendo maggior successo (e rastrellando la maggior parte del giro d’affari del mondo mobile). I download dai vari app store raddoppiano rispetto al 2010, arrivando a valere 75 milioni di euro, derivanti soprattutto dall’acquisto dell’applicazione (85%), ma sempre più anche dall’in-app billing.


Android moltiplica l’offerta, ma il giro d’affari è nelle mani di Apple
Grande dominatrice è e rimane Apple: nelle mani dell’azienda di Cupertino finisce l’85% del giro d’affari italiano legato all’acquisto di app a pagamento. I livelli di diffusione di iOS e Android, infatti, non generano una spartizione proporzionale dei ricavi, che risultano invece ancora molto sbilanciati a favore della Mela.

“Nonostante nel 2011 Android abbia superato Apple a livello di diffusione dei terminali – ha spiegato Marta Valsecchi, Responsabile dell’Osservatorio Mobile Internet, Content & Apps del Politecnico di Milano – e presenti su Google Play un’offerta oggi molto più simile a quella dell’App Store rispetto a un anno fa, si registrano ancora significative differenze sul livello di utilizzo e sulla capacità di monetizzazione delle applicazioni presenti sui due marketplace”.

I motivi? Principalmente, la mancanza di un sistema di pagamento consolidato nel mondo Android. Sistema che tuttavia, come spiega Valsecchi, “potrebbe tuttavia trovare una chiave di volta nel credito telefonico se le telco e Google decideranno di stringere accordi in tal senso”.



Il gaming traina i ricavi
Accanto al successo di Apple, altra conferma rispetto ai trend già evidenziatisi negli ultimi anni riguarda la tipologia di applicazioni più redditizia: il gaming domina la classifica delle 50 applicazioni che generano maggiori ricavi, pesando per oltre il 50% sul giro d’affari complessivo, e con un tasso di crescita del 44% annuo. Per quanto ancora limitato, si allarga anche il ruolo dei contenuti musicali (+39%) e video (+30%).

Completano il quadro del mobile tricolore alcuni dati relativi alle inserzioni pubblicitarie. In italia il mobile advertising mostra tassi di crescita che sfidano la crisi economica: +50%, per un valore di 56 milioni di euro e un’attesa di raddoppio nel giro di un biennio.

L’Osservatorio stima, infatti, che entro il 2014 il canale Internet (mobile e non) arrivi coprire quasi il 10% degli investimenti pubblicitari delle aziende italiane. In particolare, cresce a tre cifre l’allocazione di risorse in keyword advertising e in display advertising, sia all’interno di applicazioni sia di versioni mobile di siti Web.

Nel 2011 calano, invece, le fonti di guadagno mobile più “tradizionali”, come loghi, suonerie, Sms in abbonamento e televoting, in contrapposizione con il boom della vendita di applicazioni tramite app store, a +89%, nonché dei contenuti veicolati tramite la navigazione mobile, addirittura quadruplicatisi nel giro di un anno.



Un’economia in crescita, dentro e fuori lo schermo dello smart device
Fra alti e bassi delle singole categorie di contenuti o funzionalità premium, il dato di fondo segnala comunque un marcato trend al rialzo: in dodici mesi, la spesa degli utenti italiani per navigare in Internet da cellulare tradizionale o da smartphone si è gonfiata del 52%, superando gli 800 milioni di euro. Un bottino che i ricercatori del Politecnico di Milano hanno ribattezzato come “mobile economy”, e che porta in dote una serie di benefici anche all’economia “extra-mobile”.

“La rapida diffusione degli smartphone – ha dichiarato Andrea Rangone, direttore degli Osservatori ICT & Management del Politecnico di Milano –, la proliferazione delle applicazioni e dei siti mobile e lo sviluppo delle reti cellulari Lte stanno creando un nuovo, incredibile ecosistema di business che ci piace chiamare mobile economy.

“Anche in Italia – ha proseguito Rangone - la mobile economy sta crescendo bene e può dare nuova linfa allo sviluppo del nostro Paese: a livello infrastrutturale, infatti, gli investimenti per la rete cellulare di nuova generazione possono avere un impatto positivo sulla crescita del PIL che abbiamo stimato tra lo 0,2% e lo 0,4%, anche se devono essere affiancati da adeguati investimenti sulla rete fissa”.

“A livello di business, l’ecosistema mobile sta creando un nuovo potente canale di relazione tra aziende, pubbliche amministrazioni e utenti: in questo modo, sta spingendo un’ampia gamma di nuovi mercati, come il mobile Internet, content&app, marketing, service, commerce, payment, eccetera. A livello imprenditoriale, infine, assistiamo anche in Italia alla nascita di molteplici start-up in ambito mobile e a un nuovo impulso verso operazioni di acquisizione e fusione”.



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