23/01/2017 di Redazione

Apple al lavoro su nuove tecnologie biometriche

Le prossime generazioni di iPhone potrebbero ospitare sensori ottici per riconoscere le impronte digitali, oltre a sistemi di screening facciale. Difficile, secondo l'analista Ming-Chi Kuo, che le novità arrivino già quest’anno. Nel frattempo, per la gioi

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Apple avrebbe intenzione di eliminare le cornici dei display degli iPhone. Come? Rimuovendo dai dispositivi il tasto Home e integrando di conseguenza le sue funzionalità sotto il pannello. Compreso, quindi, il lettore di impronte digitali. Detta così, sembra una cosa da nulla, ma servono nuove tecnologie a cui la Mela starebbe lavorando alacremente. Le ultime indiscrezioni sono arrivate dal solitamente ben informato analista di Kgi Securities, Ming-Chi Kuo, che ha ripreso alcune voci di corridoio circolate negli ultimi mesi aggiungendo un po’ di condimento. Per ottenere smartphone (e tablet) con uno schermo ancora più spazioso, senza però inficiare le dimensioni, gli ingegneri di Apple starebbero riprogettando da zero il sensore di impronte digitali.

Il Touch Id attuale, spiega Kuo, è basato sulla seconda generazione di tecnologia capacitiva sviluppata dall’azienda nel 2013, in seguito all’acquisizione di Authentec. Il prossimo, invece, sarà un sensore ottico su cui Cupertino costruirà anche un dispositivo per il riconoscimento facciale. Il ricorso a componenti di questo genere, sottolinea l’analista, è necessario per ottenere quel design “zero bezel” tanto caro alla Mela.

Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il fare. Questa tecnologia deve obbligatoriamente andare d’accordo con i pannelli Oled flessibili, che a quanto pare Apple vorrebbe implementare nell’iPhone 8. Problema: ad oggi i sensori ottici vengono disturbati proprio dalle frequenze emesse dagli schermi con diodi organici. Rendendo così la produzione molto più difficile. E rallentando i lavori.

 

 

Ecco perché, secondo Kuo, il nuovo Touch Id (o come si chiamerà) non vedrà probabilmente la luce con l’iPhone 8 del decimo anniversario, ma per vederlo all’opera si dovrà aspettare la generazione successiva di cellulari. Stesso discorso quindi per il sistema di riconoscimento facciale, che se di successo potrebbe addirittura rendere vana la presenza di un lettore di impronte digitali.

 

Nuovo impianto Foxconn-Apple negli Stati Uniti?

Donald Trump è il 45esimo presidente degli Usa da soli tre giorni, ma già si sentono i possibili effetti della sua declamata svolta protezionistica. L’inquilino della Casa Bianca l’ha ripetuto più volte nei lunghi mesi di campagna elettorale: le aziende americane devono tornare a produrre in patria, basta delocalizzazione. Gli strali di Trump hanno colpito ovviamente i colossi hi-tech, ma non sono state risparmiate nemmeno le case automobilistiche.

Ecco che a fare notizia è l’indiscrezione su un possibile investimento di sette miliardi di dollari da parte di Foxconn e Apple: i due gruppi stanno valutando l’idea di spostare negli Usa una parte della produzione di schermi per i dispositivi di Cupertino. Un’operazione che, a regime, creerebbe dai 30 ai 50mila nuovi posti di lavoro. Rendendo senza dubbio Trump molto contento.

I motivi, però, dal punto di vista delle due aziende sarebbero altri. E sarebbero da ricercare nella logistica. Il mercato chiede device con schermi sempre più grandi e definiti: ecco che produrli negli Usa eviterebbe le spedizioni dalla Cina, riducendo così all’osso il rischio di danni causati dalla movimentazione delle merci.

Ma nei piani a stelle e strisce di Foxconn non ci sarebbero solo i display. La società starebbe valutando anche un secondo impianto per produrre gli stampi necessari agli chassis dei dispositivi. La fabbrica potrebbe essere avviata in Pennsylvania, almeno secondo quanto riportata dalla testata Nikkei Asian Review. Ovviamente, i prodotti finiti potrebbero costare molto di più, a causa di un costo del lavoro molto più di alto di quello cinese.

 

 

Gli investimenti di Foxconn nel Paese del Dragone, comunque, continueranno e probabilmente si intensificheranno. “La Cina è il mercato più grande del mondo, perché dovremmo lasciarlo?”, ha chiesto il presidente del gruppo, Terry Gou, durante un evento aziendale. Oggi gli impianti di Zhengzhou, nella provincia di Henan, “sfornano” circa 100 milioni di iPhone ogni anno e il Paese genera il 19 per cento del fatturato globale di Apple.

 

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