01/07/2016 di Redazione

Apple cambia musica pensando a Tidal e ostacolando Spotify

Indiscrezioni non confermate da Cupertino indicherebbero la volontà di acquistare il servizio di musica in streaming posseduto dal rapper Jay Z per rafforzare così il catalogo di Apple Music. Intanto, iTunes ha bloccato la possibilità di aggiornare la ver

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In casa Apple la musica forse sta per cambiare. L’azienda di Cupertino, secondo alcune indiscrezioni, starebbe valutando l’acquisizione di Tidal, un servizio di streaming musicale nato nel 2014 dalla società norvegese Aspito e lo scorso anno passato sotto la proprietà del rapper Jay Z. Si tratta ancora di indiscrezioni, riportate da una fonte affidabile come il Wall Street Journal (che cita a sua volta fonti confidenziali) ma non confermate dalla Mela, che anzi ha detto di non aver avviato alcuna trattativa.

Secondo la testata statunitense, in ogni caso, le due parti sarebbero ancora in una fase “esplorativa” per valutare i reciproci vantaggi di un’acquisizione. Per Apple, l’interesse risiede non tanto nella tecnologia della piattaforma bensì nel catalogo di artisti di Tidal, un catalogo che può vantare anche alcune esclusive su canzoni e video di artisti come Kanye West, Rihanna, Beyoncé, Prince e Neil Young, e che entrerebbe di diritto nell’offerta di Apple Music.

È certamente presto per ipotizzare cifre, non essendo stato nemmeno confermato l’interesse di Apple nei confronti di Tidal. Si può, però, ragionare sul fatto che per acquistare il servizio dai natali norvegesi lo scorso anno Jay Z (attraverso la sua società Project Panther Bidco) aveva speso 56 milioni di dollari. Oggi gli abbonati a pagamento sono arrivati a tre milioni, un risultato certo inferiore ai numeri di Apple Music (15 milioni di utenti paganti) ma apprezzabile se si pensa che il servizio è attivo da meno di un anno e mezzo. Per chi è disposto a spendere, il vantaggio offerto da Tidal è la qualità del suono in High Fidelty.

 

 

Chi invece vola a quote più alte, con 30 milioni di iscritti al servizio premium (e 70 a quello gratuito, finanziato dalle inserzioni pubblicitarie) è Spotify, oggi una società valutata 8 miliardi e mezzo di dollari. Con Apple c’è maretta: a Cupertino non è piaciuta la scelta dell’azienda svedese di permettere agli abbonati l’avvio o rinnovo dell’iscrizione con servizi esterni ad iTunes. Apple, infatti, impone questo vincolo agli sviluppatori e publisher di applicazioni per iOS con acquisti in-app, assicurandosi così una percentuale sui guadagni. Si tratta di un corposo 30%, che scende al 15% dopo il primo anno di presenza dell’applicazione su iTunes.

Da qui la reazione: secondo quanto riportato da Recode, Apple ha preso provvedimenti impedendo l’aggiornamento dell’applicazione di Spotify per iOS. Con l’ultimo update, infatti, Spotify ha rimosso l’opzione che permetteva di sottoscrivere un abbonamento premium pagando tramite iTunes. Una mossa che sottrae introiti alla Mela, e che non poteva passare inosservata.

 

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