17/04/2015 di Redazione

Apple litiga con le scuole: gli iPad non aiutano a studiare

Il distretto Unified School District di Los Angeles potrebbe portare in tribunale l’azienda di Cupertino e Pearson Education, colpevoli di aver fornito tavolette e testi scolastici digitali mal funzionanti. L’ambizioso progetto prevedeva un investimento d

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Il sogno di una scuola hi-tech, che sostituisce carta e penna con un tablet, a volte può trasformarsi in un incubo. Così è stato, a loro dire, per il distretto Unified School District di Los Angeles e così rischia di essere per Apple, che potrebbe pagare caro a causa delle promesse non realizzate dei suoi iPad. La vicenda era iniziata nel 2013, quando la casa di Cupertino era stata incaricata di fornire le sue tavolette, equipaggiate con testi digitali, a 650mila studenti della rete di istituti scolastici distrettuale. L’iniziativa, battezzata Common Core Technology Project, prevedeva un budget di 1,3 miliardi di dollari, metà dei quali destinati alla realizzazione di reti WiFi scolastiche.

Il resto dell’investimento sarebbe spettato a Apple, in virtù della fornitura di iPad, e a Pearson Education, scelto in subappalto dalla stessa casa di Cupertino per offrire tre anni di licenza su testi scolastici di matematica e inglese. La Mela ha però incassato “soltanto” parte dei 30 milioni di dollari del programma pilota, ovvero 768 dollari per ciascun iPad, mentre alla casa editrice sono andati 200 dollari per ciascuna licenza triennale.

E subito qualcosa è andato storto: come spiegato in una lettera dall’avvocato della Unified School District di Los Angeles, Apple e Pearson non avrebbero rispettato la promessa di implementare tecnologie all’avanguardia. Anzi, all’interno delle 69 scuole coinvolte nella fase pilota (circa 35mila studenti), appena due utilizzano con regolarità i testi scolastici digitali, mentre le altre hanno rinunciato a causa dei troppi difetti delle applicazioni. Fra le lamentele spicca il fatto che molti contenuti risultino spesso non disponibili, accanto alle frequenti interruzioni del funzionamento. Nonostante le ripetute lamentele e richieste di intervento, Pearson non è stata in grado di risolvere questi difetti.

 

 

Ancor più grave (e qui il dito è puntato verso Cupertino) è un problema riguardante la sicurezza: molti ragazzi sono riusciti con facilità a scavalcare le restrizioni di utilizzo impostate sugli iPad, che da strumenti di studio sono diventati tablet a uso personale. Al fattaccio si è poi aggiunta qualche polemica sull’assegnazione dell’appalto a Apple, polemica che ha portato alle dimissioni John Deasy, il sopraintendente scolastico che aveva caldeggiato il progetto di trasformazione digitale.

Il prossimo capitolo è ancora un punto interrogativo. La ripartizione delle colpe, peraltro da dimostrare, dovrà essere quantificata, ma si parla comunque di decine di milioni di dollari di risarcimento e il distretto scolastico di Los Angeles sta valutando di portare la vicenda in tribunale. Per ora, la disavventura è costata a Apple l’interruzione del contratto di fornitura e una discreta figuraccia, sebbene i difetti di funzionamento riguardino soprattutto il software e non gli iPad.

 

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