Dall’iPhone alle mascherine anti coronavirus, per Apple il passo è dovuto. Ma mai avremmo immaginato, fino a poco tempo fa, di vedere Tim Cook parlare su Twitter, collegato da casa in t-shirt, di una tecnologia per nulla informatica né caratterizzata da un design di pregio, come una mascherina chirurgica. Anzi, 20 milioni di mascherine, che l’azienda di Cupertino si impegna a reperire dai propri fornitori e a distribuire (almeno in questa prima fase) al personale medico e sanitario degli Stati Uniti. La società collaborerà con gli enti governativi per assicurarsi che i lotti siano destinati “ai luoghi in cui ce n’è più bisogno”, ha spiegato l’amministratore delegato.
Ma non è tutto: Apple ha anche realizzato un proprio modello di mascherina protettiva, o letteralmente di “scudo facciale”. No, non ha il logo della mela morsicata in bella mostra, ma nemmeno è identico alle protezioni in tessuto-non-tessuto verde, bianco o blu a cui ci siamo ormai abituati. Progettati da un “creatore di prodotti di ingegneria e imballaggi e da fornitori”, questi dispositivi sono in plastica trasparente e si adattano facilmente alla forma del viso che le indossa.

Quel che forse più conta, per assemblare ciascuno “scudo” bastano due minuti, fatto che contribuisce a permettere una produzione su larga scala, spartita fra Stati Uniti e Cina.
Apple ha pianificato di poter consegnare circa due milioni di pezzi entro due settimane, mentre un primo lotto è già stato spedito giorni fa alle strutture ospedaliere del consorzio Kaiser ubicate a Santa Clara, in California. A detta del Ceo di Apple, le reazioni dei medici che hanno sperimentato queste protezioni facciali sono state molto positive.