20/07/2017 di Redazione

Apple sostiene i propri fornitori in tribunale contro Qualcomm

Foxconn, Compal, Pegatron e Wistron hanno depositato una controcausa nei confronti nel chip maker californiano. La Mela ha fatto sapere che pagherà le spese legali del quartetto. Si allontana l’accordo extragiudiziale?

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Accordi extragiudiziali o meno, è ormai quasi certo che la battaglia legale fra Qualcomm e Apple sui brevetti dei chip sia destinata a durare ancora a lungo. Dopo quelle che erano sembrate parole distensive pronunciate dal Ceo di Qualcomm, Steve Mollenkopf, a inasprire la contesa fra i due colossi sono intervenuti quattro dei principali fornitori taiwanesi di componenti della Mela. Si è saputo in queste ore che Foxconn Technology, Compal Electronics, Pegatron e Wistron hanno deciso di dare man forte al proprio pregiato cliente con una causa contro il produttore di chip californiano. I documenti sono stati depositati presso la corte federale di San Diego. I quattro fornitori erano già stati trascinati in tribunale a maggio dalla stessa Qualcomm, con l’accusa di non saldare le dovute royalty.

Apple, infatti, pur essendo uno dei principali clienti dell’azienda guidata da Mollenkopf, non paga direttamente le licenze a Qualcomm, ma si limita a girare il dovuto a Foxconn, Compal, Pegatron e Wistron. È effettivamente il quartetto a saldare poi i conti. Un giro di denaro che si è interrotto lo scorso marzo, su decisione di Cupertino, in attesa della decisione dei giudici sulla causa intentata a gennaio dalla Mela contro il produttore di chip. Apple ha chiesto un risarcimento da un miliardo di dollari.

È indubbio che a muovere i fili delle aziende asiatiche sia sempre Cupertino, che fra l’altro ha già dichiarato di voler sostenere le spese legali dei propri fornitori. Più che il valore del risarcimento in sé, che verrà probabilmente abbattuto dalle parcelle degli avvocati, il vero centro della questione è rappresentato dalle pratiche commerciali di Qualcomm, giudicate scorrette non solo da Apple ma anche da diversi organi antitrust, fra cui la Ftc statunitense, la Fair Trade Commission sudcoreana e il garante europeo della concorrenza.

Grazie alla sua posizione di leader assoluto del mercato, è questa l’accusa della Mela, Qualcomm avrebbe fatto pagare molto di più le licenze di una serie di brevetti essenziali, arrivando a chiedere fino a cinque volte la somma dovuta. Sfruttando il predominio, la società guidata da Mollenkopf sarebbe riuscita a imporre ai propri clienti “condizioni non competitive e onerose” su alcuni processori, allo scopo di indebolire i concorrenti e conservare così il monopolio.

 

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