27/01/2017 di Redazione

Apple sta sgomitando per farsi spazio nella Partnership on Ai

L’organizzazione non-profit sull’intelligenza artificiale fondata da Google, Facebook, Microsoft e Ibm potrebbe accogliere a breve anche la Mela. Cupertino sta accelerando per recuperare il tempo perduto: dal lancio di Siri, nel 2011, ha infatti perso ter

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Lo scorso settembre alcuni tra i big player della tecnologia mondiale – Google, Facebook, Microsoft e Ibm – si sono alleati per formare Partnership on Ai, un’organizzazione non-profit per lavorare di comune accordo sull’intelligenza artificiale, uno dei must di questi ultimi anni. Come spesso accade, in quanto azienda riottosa a condividere le proprie conoscenze con gli altri, Apple non sembrava essere della partita. Ma ora le cose potrebbero cambiare. Secondo quanto riportato da Bloomberg, infatti, la Mela sarebbe salita a bordo della Partnership on Ai. La conferma ufficiale dovrebbe arrivare a brevissimo. Il colosso di Cupertino è stato uno dei primi a portare alle “masse” l’intelligenza artificiale, introducendo nel 2011 l’assistente virtuale Siri negli iPhone.

Ma da allora a oggi la forza di Apple in questo nuovo mercato è via via sfumata, a causa dell’arrivo di numerosi altri player. Ça va sans dire, gli stessi che hanno contribuito a fondare la nuova organizzazione non-profit. Secondo Bloomberg, a danneggiare la posizione della Mela è stata proprio l’eccessiva segretezza, risultata poco attrattiva per i giovani talenti in questo campo.

I ricercatori tendono, come da prassi scientifica, a pubblicare i risultati degli studi e a condividere gli obiettivi con i colleghi. La storica riservatezza di Cupertino, e la sua poca apertura nei confronti dell’ecosistema, avrebbero quindi remato contro. Un approccio probabilmente destinato a cambiare: non solo per l’ingresso, ancora presunto, nella Partnership on Ai, ma anche per il recente arrivo in azienda di Ruslan Salakhutdinov, professore dell’Università Carnegie Mellon di Pittsburgh, Pennsylvania.

Salakhutdinov è uno stimato docente del dipartimento di machine learning presso la School of Computer Science dell’ateneo statunitense. Guiderà probabilmente un team di “cervelloni” specializzati in tecnologie come l’apprendimento approfondito, la visione artificiale e il data mining. Cupertino, infatti, lo scorso novembre ha pubblicato una serie di annunci di lavoro per queste professioni.

 

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