04/05/2012 di Redazione

Attacchi malevoli in forte crescita, Italia patria delle botnet

Lo studio Internet Security Threat Report di Symantec evidenzia come nel 2011 l’attività dei cybercriminali sia generalmente aumentata a tutti i livelli, confermando i rischi cui sono esposte le piattaforme mobili e le aziende di piccole e medie dimension

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Poco meno di 4.600 attacchi bloccati in media quotidianamente nel corso del 2011, 42 miliardi di e-mail “spam” (sempre media giornaliera), 4.989 le nuove vulnerabilità scoperte e 1,1 milioni di identità  esposte per ogni singola violazione di dati. Sono solo alcuni dei dati contenuti nell’Internet Security Threat Report Volume 17 di Symantec, il report annuale che misura le minacce informatiche rilevate in Rete, rapporto da cui emerge che il totale degli attacchi bloccati dalla società californiana nel 2011 è stato di 5,5 miliardi, contro i tre miliardi del 2010 (la crescita anno su anno è quindi dell81%).

Scenario quindi più che preoccupante per la sicurezza dei dati digitali (personali o aziendali essi siano) che neppure il calo consistente delle nuove vulnerabilità rilevate (diminuite del 20%) e quello dei messaggi di posta elettronica spazzatura (scese dall’86% al 75%) riesce a migliorare.

E questo perché, scorrendo lo studio, emerge per esempio come il numero di varianti uniche di malware sia salito a 403 milioni (contro i 286 milioni del 2010) e quello degli attacchi Web bloccati giornalmente incrementato del 36%, e ancora come gli episodi di hacking, spesso condotti tramite social network, abbiano rappresentato la minaccia maggiore, esponendo nel 2011 un numero record di 187 milioni di identità.

Symantec è quindi entrata nel dettaglio delle cause che hanno provocato seri mal di testa a semplici consumatori e responsabili di sicurezza informatica evidenziando in proposito come la violazione dei dati sia dipesa in larga parte dal furto o dalla perdita di computer, smartphone, chiavette Usb e dispositivi per il backup.

Il rapporto ha inoltre sfatato il luogo comune che vedeva oggetto di attenzione da parte degli hacker solo le grandi aziende. Ebbene oltre il 50% dei tentativi malevoli ha colpito organizzazioni con meno di 2.500 dipendenti e circa il 17% imprese con meno di 250 dipendenti. E sono stati colpiti in oltre un caso su due (il 58% per la precisione) figure che non ricoprono cariche dirigenziali, come gli addetti alle risorse umane, alle pubbliche relazioni e i venditori.

Quanto ai rischi per chi possiede e lavora con smartphone e tablet, ecco arrivare la debita conferma di un trend in forte crescita e già ben noto: le minacce per i dispositivi mobili sono aumentate nel 2011 del 93% e allo stesso ritmo è salito il numero di minacce volte a colpire il sistema operativo Android, contribuendo in modo sostanziale a far lievitare le vulnerabilità mobili a quota 315 rispetto alle 163 del 2010.

Nel rapporto si trovano infine alcune curiosità, alcune delle quali interessano da molto vicino l’Italia. Detto che i siti religiosi/ideologici superano quelli pornografici per numero di minacce medie presenti per sito infetto (con un rapporto di 115 a 25), il Belpaese scende di una posizione – dall’ottava alla nona, confermandosi invece in quarta a livello di regione Emea – nella classifica mondiale che misura la quantità di attività malevole (e cioè virus, worm, trojan; spam zombies, phishing host e botnet) di ogni singola nazione.

World Rank

City

Country

Number of Bots

World Percentage of Bots

1

Taipei

Taiwan

157.913

9,36%

2

Roma

Italia

59.515

3,52%

3

Buenos Aires

Argentina

57.066

3,38%

4

Tokyo

Giappone

49.296

2,92%

5

Budapest

Ungheria

41.682

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