20/10/2014 di Redazione

Autonomia e dialogo “universale” nello smartwatch Microsoft

Secondo Forbes, l’attesa da qui al lancio del già chiacchierato dispositivo indossabile sarebbe questione di poche settimane. Il modello di Microsoft migliorerà uno degli aspetti critici degli attuali smartwatch, ovvero l’autonomia, garantendo due giorni

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Uno smartwatch firmato Microsoft, in arrivo nelle prossime settimane. Questo promette un voce di corridoio riportata da Forbes, ed è una voce che ha senso: il nome Microsoft è il tassello ancora mancante nel panorama dei wearable device. Un panorama che oggi è più ricco, dopo l’ingresso in pompa magna di Apple in questo mercato, con il suo Apple Watch, mentre i concorrenti Samsung e Sony sono già alle seconde o terze generazioni di device e mentre altri, come Motorola ed Lg, possono vantare modelli di tutto rispetto sia dal punto di vista delle funzionalità, sia del design.

In quel di Redmond non si poteva restare con le mani in mano, come suggeriscono rumors arrivati nei mesi scorsi e addirittura una richiesta inviata dall’azienda all’ufficio brevetti statunitense. Lo smartwatch di Microsoft non solo è in dirittura d’arrivo, ma sarà più “intelligente” degli altri su un aspetto cruciale, quello dell’autonomia energetica. L’esplosione di nuove funzioni, sensori e app che negli anni ha reso sempre più complessi gli orologi smart non può oscurare un difetto che ancora penalizza questa categoria di prodotto, e cioè il fatto che se si dimentica di lasciare in carica il device ogni notte difficilmente lo si potrà usare il giorno dopo.

La batteria di quello di Microsoft, invece, funzionerà per due giorni interi prima di richiedere una ricarica. Notizia non nuova, già circolata la primavera scorsa, che ora assume più corpo nell’articolo di analisi pubblicato da Forbes. Lo smartwatch nato sotto la direzione di Satya Nadella si allontanerà dalla visione “Windows-centrica” dell’era di Steve Ballmer: in altre parole, funzionerà in combinazione con più piattaforme software, dialogando con smartphone basati su Android e su iOS, oltre che, naturalmente, con quelli basati su Windows Phone (o Windows che dir si voglia).

Una delle immagini contenute nella documentazione inviata allo United States Patent and Trademark Office

 

E questo è nuovamente interessante, se si pensa che oltre all’autonomia un limite evidente delle prime ondate di device da polso è stata ed è la loro compatibilità ristretta a pochi modelli di smartphone o di phablet. D’altra parte, più che una presa di posizione filosofica, la scelta “cross-platform” pare per Microsoft quasi un obbligo: secondo gli ultimi dati di Idc, su scala globale la penetrazione di Windows Phone è ferma al 2,5% del mercato smartphone (sebbene con punte molto più alte in singoli mercati, come l’Italia). Il “dialogo” con i device marchiati Samsung ed Apple per lo smartwatch di Microsoft è una strada inevitabile.

Altri dettagli, nonché immagini dello gadget da polso di Microsoft erano già circolati nei mesi scorsi: display quadrato, cinturino elastico, nterfaccia che richiama in piccolo quella delle “live tile”, funzioni di monitoraggio dell’attività fisica (calcolo delle calorie bruciate, frequenza cardiaca, programmi di allenamento gestibili tramite Gps), ma anche visualizzazione di notifiche di telefonate, email e messaggi, di lettore musicale. Un elemento distintivo, sempre da confermare, sarebbe la presenza di una docking station in grado, una volta collegata all’orologio, di effettuare la sincronizzazione dei dati fra lo smartwatch e altri dispositivi.

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