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Aws, Azure e Google Cloud sono imprendibili, ma non perfetti

Il nuovo Magic Quadrant di Gartner dedicato all’Infrastructure as a Service conferma il forte vantaggio di Amazon, Microsoft e Google, ma non risparmia loro qualche critica. Per Oracle, Ibm e Alibaba c’è ancora molta distanza da colmare.

Pubblicato il 22 luglio 2019 da Redazione

Per il cloud computing infrastrutturale, niente di nuovo sotto il sole di luglio: l’ultimo “Magic Quadrant” di Gartner dedicato al mercato dell’Infrastructure as a Service (IaaS) posiziona Amazon, Microsoft e Google nel quadrante riservato ai “leader”, mentre in quello dei “player di nicchia” figurano Alibaba, Oracle e Ibm. Rispetto ad altri Magic Quadrant, riferiti a differenti settori dell’Ict, spiccano il vuoto degli altri due quadranti (“sfidanti” e “visionari”) e in generale la scarsità di aziende citate. Quello dello IaaS è, infatti, un mercato in cui dominano poche grandi aziende, capaci di fare volumi grazie a una presenza su scala globale, a prezzi competitivi e a un’offerta differenziata.

 

Amazon Web Services (la divisione cloud della società di Seattle), Azure (la piattaforma di Microsoft) e Google Cloud per ora non temono di essere scalzati dal podio. E l’oro spetta ancora una volta ad Aws, finito nel quadrante dei leader per il nono anno consecutivo, e riconosciuto da Gartner come la migliore alternativa dai punti di vista della “abilità di execution” e della “completezza di visione”.  La società di Jeff Bezos è il fornitore più maturo e misura di enterprise, quello che conta più clienti soddisfatti e che vanta l’ecosistema di partner migliore. E tuttavia qualche critica può essere fatta ad Aws, considerando che la sua determinazione ad arrivare per prima sul mercato a volte porta la società a lanciare “servizi poveri di funzionalità o privi di una profonda integrazione cross-platform”. Problemi che saranno risolti poi in seguito, anche ad anni di distanza dal debutto del servizio.

 

Microsoft viene lodata per l’ottima offerta di Azure, vantaggiosa soprattutto per chi utilizzi anche gli strumenti di sviluppo dell’azienda di Redmond. Mettendo i puntini sulle i, Gartner afferma però che “i problemi di affidabilità di Azure continuano a essere impegnativi per i clienti” e che “le aziende spesso si lamentano per la qualità del supporto tecnico di Microsoft, così come del costo crescente”. 

 

Il valore aggiunto di Google sta soprattutto nelle tecnologie più innovative, e in particolare in quelle di analytics e machine learning basato su cloud. D’altro canto, Gartner fa notare la “immaturità di processi e procedure nella gestione dei clienti enterprise, fatto che a volte rende difficile la relazione commerciale” con Google.

 

Pregi e limiti di Ibm, Oracle e Alibaba
L’abilità di esecuzione e la completezza di visione sono le due caratteristiche ancora non completamente raggiunte dai tre player di nicchia. La difficoltà a colmare le distanze dai tre leader ha delle chiare ragioni: è conseguenza di una partenza ritardata nel mercato del cloud, ma soprattutto della schiacciante superiorità (di dimensioni, disponibilità, prezzi) delle infrastrutture hyperscale dei tre capofila. Per ridurre il disequilibrio servirebbero investimenti da capogiro e un orizzonte di medio periodo.

 

Sul cloud computing in realtà Ibm ha scelto di investire molto, e già basterebbero a dimostrarlo i 34 miliardi di dollari spesi per l’acquisizione di Red Hat. Il cloud portato in casa con questa operazione, tuttavia, è soprattutto quello rivolto allo sviluppo, al testing e all’esecuzione delle applicazioni, mentre per la parte infrastrutturale vera e propria Big Blue deve ancora fare il grande salto. Gartner scrive nel suo report che la crescente spinta di Ibm sul cloud ibrido “offre capacità e strumenti alle aziende, permettendo loro di scegliere l’ambiente cloud migliore per le loro specifiche necessità applicative”.

 

 

Per quanto riguarda Oracle, invece, la società del Magic Quadrant sottolinea che il cloud dell’azienda di Redwood è notevole, ma ha principalmente il ruolo di una “base infrastrutturale per le sue altre attività”. Per Gartner, quindi “Oracle difficilmente sarà mai vista dal mercato come un fornitore general-purpose di soluzioni IaaS e PaaS integrate”.

 

L’offerta di Alibaba include, invece, “un esteso insieme di prodotti di public cloud integrati IaaS più PaaS, di portata comparabile ai portfolio di servizi di altri fornitori  hyperscale”. Il limite dell’azienda sta nella geografia: non tutti questi servizi sono disponibili su scala mondiale, alcuni coprono soltanto la Cina. Le finanze della divisione cloud, inoltre, non sono tali da permettere investimenti nella misura necessaria a competere.

 

Tag: mercati, google, ibm, gartner, oracle, cloud, azure, aws, amazon web services, microsoft azure, alibaba, Magic Quadrant

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