26/06/2017 di Redazione

Aws, l'alleato per la trasformazione delle aziende (anche italiane)

Nella recente tappa milanese del suo summit itinerante, Amazon Web Services ha ribadito la propria strategia, basata su una continua espansione dei servizi IaaS, PaaS e SaaS e sulle partnership tecnologiche. Non si parla più di semplice cloud computing, m

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L'offerta di cloud computing e di servizi guadagna importanza all'interno di Amazon. Oltre che operatore di e-commerce e distributore di contenuti, la società di Seattle è ormai affermata anche come fornitore di servizi It per le imprese. Un impegno portato avanti con la divisione Amazon Web Services e ribadito anche durante la recente tappa milanese dell'Aws Summit 2017. Il tema portante dell'evento è stata la ridefinizione dell’It enterprise, una ridefinizione che non può fare a meno del cloud sia che si tratti di infrastrutture, sia di piattaforme, sia di applicazioni. “Vogliamo che i nostri clienti focalizzino tempo, uomini, denaro e anche tecnologia su ciò che conta per sviluppare il business e non sulla gestione di componenti che ormai si possono accendere e spegnere in ogni momento”, ha sottolineato Marco Argenti, vicepresidente mobile e IoT di Aws.
 

Il quadro dipinto dal manager non ha trascurato alcun aspetto delle componenti tecnologiche oggi necessarie per far funzionare un’azienda. D’altra parte, nel 2011 Aws disponeva di 80 servizi, mentre nel solo 2016 ne ha lanciati 1.017, continuando anche ad aggiungere funzionalità a quelli esistenti. I numeri sono ormai importanti: “Nel nostro marketplace operano oltre 135mila clienti attivi, sono presenti oltre 3.800 soluzioni software e lavorano oltre 1.200 Independent Software Vendor”, ha illustrato Argenti.

La scommessa delle architetture serverless

Partita come un’infrastruttura di cloud pubblico, su cui poter spostare workload o creare applicazioni da vendere in modalità SaaS, oggi Aws ambisce a far sedimentare il concetto di architetture serverless. L’idea è che gli utenti non debbano più preoccuparsi di gestire “in casa”alcun tipo di infrastruttura It. Lambda propone un servizio di calcolo dove tutto diventa astratto per il cliente e dove si pagano solo le richieste utilizzate. A complemento, servizi come S3, DynamoDb o Kinesis forniscono automaticamente l’infrastruttura necessaria e gestiscono l’alta disponibilità e la scalabilità, per far sì che ci possa concentrare unicamente sullo sviluppo delle applicazioni: “Serverless non significa eliminare i server in assoluto, ma renderli invisibili agli utenti”, ha puntualizzato Argenti.


Il concetto si adatta soprattutto alle realtà meno strutturate, ma molto focalizzate sulla componente tecnologica. Satispay, per esempio, è una startup italiana cresciuta rapidamente in breve tempo attorno a una nuova idea di mobile payment, che crea un legame diretto e disintermediato fra consumatore e merchant: “Siamo già presenti su 16mila aziende e se ne aggiungono 80 nuove ogni giorno”, ha enfatizzato il Ceo della società, Alberto Dalmasso. “Abbiamo l’obiettivo di arrivare a 15 milioni di utenti nel 2020 e gestire miliardi di transazioni all’anno. Per questo un paio d’anni fa siamo migrati sul cloud di Amazon e oggi utilizziamo Lambda e anche Redshift come data warehouse soprattutto per la prevenzione delle frodi. Con il modello di autoscaling, siamo già pronti per la futura espansione in Europa e siamo passati da un deployment alla settimana a 16 al giorno”.
 

Anche grandi realtà come Enel hanno deciso di sposare il cambiamento tecnologico promosso da Aws. “Da azienda cloud-first arriveremo nel 2018 a essere cloud-only”, ha spiegato il direttore della funzione Ict globale, Carlo Bozzoli. “Distogliere l’attenzione dall’infrastruttura ha consentito innanzitutto di conoscerci meglio, di eliminare le componenti sovradimensionate o non utilizzate, anche in termini applicativi, di e concentrarci sull’insourcing delle risorse. Tant’è che oggi 250 delle nostre persone sono broker di servizi. Il bilanciamento elastico è necessario per prendere decisioni nel momento in cui si devono generare e la personalizzazione sempre maggiore dei consumi per gli utenti passa per servizi che necessitano di un’infrastruttura flessibile, altrimenti non sarebbero sostenibili”.

 

Marco Argenti, vicepresidente mobile e IoT di Aws

 

L'importanza delle alleanze

Naturalmente, accanto alle visioni di medio-lungo termine, occorre guardare alla realtà di tutti i giorni. Anche qui Aws ha pronte risposte che puntano all’aumento dell’automazione e della flessibilità infrastrutturale: “La velocità oggi è fondamentale”, ha aggiunto Argenti, “e deve riguardare ambiti diversi, dall’attivazione quasi istantanea di un server alla densità dello storage, fino ad arrivare alla creazione di chip personalizzati”.

Il linguaggio della società è ormai quello di un It provider capace di fornire soluzioni infrastrutturali come le architetture a microservizi (per rendere più flessibile la gestione di applicazioni monolitiche) alla virtualizzazione applicativa resa possibile dai container, dall’edge computing (che porta la capacità di calcolo e analisi a livello di singolo dispositivo, soprattutto IoT, con l’ultima novità Greengrass) al lancio di istanze database in pochi click. Per sostenere la crescita dell'offerta e l'espansione sul mercato, Amazon Web Services può contare sulle partnership tecnologiche con aziende affermate nei rispettivi campi, come Accenture, Red Hat, NetApp, Trend Micro, Software One e Deloitte. A queste colaborazioni si affianca un ecosistema di Isv in continua espansione e nel quale spiccano anche realtà italiane come Lutech e Storm Reply.

 

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