29/11/2017 di Redazione

Basta captcha: Facebook sperimenta con i selfie

Il social network sta invitando alcuni utenti a prendere parte alla sperimentazione di un nuovo metodo per distinguere gli umani dai bot: per essere autorizzati ad accedere al proprio profilo è sufficiente inviare un autoscatto alla piattaforma.

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I selfie non vengono scattati solo per divertimento. Almeno non dalle parti di Facebook, che sta sperimentando una nuova modalità di accesso basata sugli autoscatti per distinguere i bot dalle persone in carne e ossa. Come confermato dallo stesso social network a Wired, infatti, la piattaforma sta richiedendo ad alcuni utenti di fornire un selfie nitido per superare i controlli di sicurezza all’accesso. La fotografia deve essere a volto scoperto e con una buona risoluzione. L’azienda ha spiegato che lo scatto viene cancellato dai server pochi istanti dopo l’autorizzazione, ma è possibile che i tempi di login in questo modo si allunghino notevolmente. È necessario infatti che i sistemi di Facebook validino l’immagine, riconoscendola come autentica, per poi dare il via libera. Il social network sta sperimentando questa nuova modalità di accesso per diversi motivi.

L’obiettivo è innanzitutto quello di rilevare eventuali attività sospette sulla piattaforma, come la creazione di un nuovo account, l’invio di richieste di amicizia, l’impostazione di metodi di pagamento per le inserzioni pubblicitarie e così via. Una novità collegata alla campagna di disinformazione sostenuta dalla Russia, su cui recentemente sono emerse nuove prove? Può darsi, anche se teoricamente sistemi come quello di Facebook dovrebbero già presentare barriere per evitare la proliferazione dei bot.

Uno dei più diffusi è quello dei captcha, che consiste nell’inserire stringhe alfanumeriche riportate in un file d’immagine oppure nel riconoscimento di certe categorie come “cartelli stradali”, “automobili” e “ponti”. Recentemente, Facebook ha lanciato una serie di test in Australia allo scopo di contrastare il cosiddetto fenomeno del “revenge porn”, le vendette a sfondo erotico di amanti traditi o lasciati che sono sempre più in voga sul Web.

Se un utente pensa che i suoi scatti intimi siano stati pubblicati sul social network senza il dovuto consenso, può inviare a Facebook una o più fotografie di nudo, che vengono poi analizzate da algoritmi di intelligenza artificiale per confrontarle con quelle in circolazione sui servizi di Menlo Park. Se il sistema trova delle corrispondenze contatta direttamente l’account che le possiede o che le ha ripubblicate, intimandogli di cancellarle.

 

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