20/02/2017 di Redazione

Bill Gates: “Serve una tassa sul lavoro dei robot”

Per il fondatore di Microsoft sarà necessaria per compensare il mancato gettito degli impieghi umani. Le persone potranno così specializzarsi in professioni che gli automi oggi non possono ancora fare, come l’assistenza. Ma in futuro?

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Una tassa sui robot? Secondo Bill Gates, fondatore di Microsoft, sarà inevitabile nel prossimo futuro per compensare la perdita di posti di lavoro umani e, di conseguenza, il mancato gettito. In un’intervista rilasciata alla testata Quartz, il miliardario statunitense ha provato a spiegare il proprio punto di vista sull’impiego diffuso di automi nelle fabbriche. Va detto subito che l’idea di una tassazione ad hoc per i lavoratori robot non proviene da Gates, ma ha iniziato a circolare già da qualche tempo e ha trovato posto, ad esempio, anche al Parlamento europeo (dove è stata però cestinata). Il patron di Microsoft è certo che in futuro verranno introdotte trattenute collegate all’automazione, con aliquote del tutto simili a quelle applicate oggi ai lavoratori in carne e ossa.

La visione di Gates è decisamente utopica: secondo il tycoon, la diffusione su vasta scala dei robot in numerosi processi produttivi consentirà alle persone di concentrarsi di più su compiti prettamente umani, come accudire i bambini, “i cui bisogni non sono soddisfatti” a causa proprio del troppo tempo passato sul posto di lavoro dagli adulti. La tassazione sugli automi consentirà inoltre di raccogliere risorse per finanziare lavori assistenziali, per gli anziani e ancora per i bambini.

Ne siamo certi? Di sicuro oggi ci sono i numeri snocciolati da diversi studi e ricerche, secondo cui addirittura la metà del lavoro svolto dagli umani rischia di essere sostituito dai robot entro il 2055. L’orizzonte temporale è vasto, ma per McKinsey si rischiano di perdere 15mila miliardi di dollari di salari in tutto il mondo, con otto milioni di posti di lavoro andati in fumo soltanto negli Usa.

Le parole di Gates potrebbero però essere interpretate anche come un monito per i governanti: fate qualcosa, e in fretta, dice il magnate, perché l’innovazione non aspetta e prima ci si muoverà, più facilmente si potranno assorbire i danni collaterali dello sviluppo tecnologico.

 

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