31/01/2019 di Redazione

Blockchain, Poste Italiane entra nel consorzio Hyperledger

L’azienda fa ora parte del progetto amministrato dalla Linux Foundation per definire standard enterprise per i registri distribuiti. Secondo il gruppo, l’ingresso “accelera il percorso di acquisizione di nuove competenze” sulla catena di blocchi.

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Dimenticate le consegne a mano e il celebre “doppio trillo” di campanello, in futuro la corrispondenza di Poste Italiane potrà viaggiare sulla blockchain. La società guidata da Matteo Del Fante, prima nel nostro Paese, è entrata a far parte del consorzio Hyperledger, entità amministrata dalla Linux Foundation che riunisce oltre 260 organizzazioni coinvolte a vario titolo nello sviluppo di standard tecnologici aperti e condivisi per i registri distribuiti. “L’adesione è coerente con le linee strategiche individuate dal Piano industriale Deliver 2022, che mira a rafforzare la leadership digitale di Poste Italiane”, ha spiegato l’azienda in una nota. L’ingresso nel consorzio “accelera il percorso di acquisizione di nuove competenze e di sperimentazione della tecnologia blockchain e delle Dlt (distributed ledger technologies, ndr) per meglio comprenderne potenzialità capaci di generare innovazione nel business”.

Secondo Poste, la catena di blocchi è destinata a “cambiare il modello di conservazione e condivisione delle informazioni, con il ribaltamento del paradigma secondo il quale al controllo fisico centralizzato dei dati corrisponde una sicurezza maggiore”, assolutamente centrale nell’era digitale. “In questo contesto la blockchain si candida a costituire una risposta efficace ai problemi di sicurezza, trasparenza, interoperabilità e privacy”.

Ovviamente, per parlare di progetti concreti in campo enterprise è necessario spostare l’orizzonte temporale abbastanza in là. I registri distribuiti sono una delle tendenze di quest’anno, ma al momento in grandi player industriali stanno ancora cercando di definire standard condivisi. Ed è questo l’obiettivo primario del consorzio Hyperledger. Inserire un livello di blockchain nell’infrastruttura di Poste potrebbe però rivelarsi utile per diverse applicazioni, soprattutto per tracciare le spedizioni.

Non a caso nell’organizzazione gestita dalla Linux Foundation è presente anche un colosso della logistica come Fedex, entrato a far parte dell’iniziativa lo scorso settembre. Secondo Kevin Humphries, senior vice president, It, Fedex Services, la blockchain avrà “enormi implicazioni” nella supply chain e nei trasporti.

 

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