Al momento del suo arrivo sul mercato, il destino di Box sembrava davvero difficile. Guidata sicuramente da capitani coraggiosi, era opinione diffusa che la compagnia sarebbe difficilmente riuscita a competere con giganti dello storage sulla nuvola come Google Drive o Microsoft One Drive, senza dimenticare Dropbox for Business. Eppure, con le ultime notizie che arrivano dal fronte, è forse il tempo di ricredersi. La società ha infatti introdotto ieri la sua Box Developer Edition, definita come un “nuovo modo di costruire sulla piattaforma di Box, che permette di portare tutta la potenza dell’infrastruttura all’interno delle applicazioni proprietarie”. Presentata ufficialmente all’evento Box Dev dedicato agli sviluppatori, la novità fornisce in concreto un’istanza dedicata con tutte le funzionalità di livello enterprise di Box, che le aziende possono sfruttare per i propri applicativi.
Inoltre, è disponibile un nuovo modello di autenticazione utente, che facilita la creazione di nuovi account personalizzati sulla piattaforma: in sostanza, sfruttando questa funzionalità le imprese diventano proprietarie di tutti gli utenti, dei contenuti e delle modalità di accesso. Tutti i nuovi utenti possono così creare dei profili, utilizzando l’app aziendale, senza l’obbligo di registrarsi fisicamente su Box.
Il marchio della società rimane ben presente a livello visivo, ma il back end è supportato completamente dalla società della “scatola”, che garantisce una maggiore sicurezza grazie alla crittografia dati avanzata. E non solo: sono sempre disponibili strumenti di collaborazione, ricerca, audit e così via. Le compagnie possono inoltre sviluppare applicazioni per condividere in modo rapido contenuti tra i dipendenti, grazie anche alla disponibilità di numerose Api con cui includere ulteriori tool di terze parti.
Con Box Developer Edition le aziende possono creare applicazioni sulla piattaforma della "scatola"
Box sta quindi dimostrando di essere un’azienda in grado di diversificarsi, provando a inserirsi negli spazi lasciati ancora liberi dai concorrenti. È di pochi giorni fa, ad esempio, la notizia dell’acquisizione di Verold, una società canadese proprietaria di una tecnologia Web per l’editing di contenuti in 3D.