25/05/2016 di Redazione

Brevetti, Huawei avvia una “battaglia gentile” contro Samsung

Il colosso cinese accusa il concorrente sudcoreano del mancato pagamento di royalty su tecnologie di rete cellulare e software coperte da brevetto. Ma non chiede un risarcimento: meglio, data contiguità dei due business, puntare su un accordo di cross-lic

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È Cina contro Corea del Sud nello spinoso campo dei brevetti. Huawei ha deciso di citare in giudizio Samsung sia nel Paese del Dragone sia negli Stati Uniti, accusando il colosso di Seul di aver violato alcuni brevetti relativi a tecnologie per le reti cellulari e al software. Secondo Huawei, il concorrente avrebbe implementato queste soluzioni nei propri smartphone senza pagare le dovute royalty al gigante di Shenzhen. Ma, a differenza di quanto siamo ormai abituati a vedere durante queste battaglie legali, Huawei ha dichiarato di non essere in cerca di un risarcimento. Bensì di un nuovo accordo commerciale di tipo “cross-licensing”, che garantisca diritti di utilizzo reciproco sulle proprietà intellettuali dell’una e dell’altra azienda, e dunque maggiori ricavi a entrambe.

In questo modo, le due società potrebbero condividere tra loro dati e tecnologie altrimenti coperte da segreto industriale. Huawei, come dichiarato anche dal suo intellectual property chief, Ding Jianxing, si dice pronta ad “approfittare” di alcun tecnologie di Samsung in cambio dei propri brevetti. “Fino a oggi abbiamo siglato accordi di cross-licensing con decine di nostri competitor”, ha spiegato Jianxing alla Bbc.

“Speriamo che Samsung voglia rispettare gli investimenti di Huawei nella ricerca e sviluppo e i suoi brevetti, smettendo di infrangere i nostri diritti di proprietà e ottenendo le licenze necessarie” hanno sottolineato dal gruppo di Shenzhen. La Bbc ha poi contattato un portavoce del chaebol sudcoreano, il quale ha spiegato che l’azienda “esaminerà scrupolosamente il reclamo e che si comporterà di conseguenza per difendere i propri interessi di business”.

A prescindere da come andrà a finire, i toni sembrano insolitamente pacati rispetto a quelli che solitamente si leggono nelle dichiarazioni di aziende contrapposte sul terreno dei brevetti. Le controversie spesso sfociano in tribunale, come nel caso della disputa in cui Oracle accusa Google di indebito utilizzo delle interfacce di programmazione applicativa di Java per lo sviluppo di Android, dal 2010 in poi. È attesa a giorni la decisione della corte.

 

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