09/04/2015 di Redazione

Canon, più attenzione al mercato business e ai servizi

Con l’acquisizione dell’italiana Integra Document Management e con le attività di Océ dedicate al Business Process Outsourcing, la società giapponese vira decisamente sui mercati aziendali e professionali. Senza rinunciare alle sue radici, che affondano n

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Quando si pensa a Canon vengono in mente tendenzialmente fotocamere e stampanti. In realtà la società ha avviato da tempo una trasformazione globale che ne sta cambiando i contorni in modo sostanziale. Ne sono esempio le acquisizioni effettuate negli ultimi mesi, come quella dell’italiana Integra Document Management (Idm), e l’Opa recentemente lanciata su Axis Communication, produttore svedese specializzato in videocamere di sorveglianza. Enrico Deluchi, presidente e amministratore delegato di Canon Italia, ha incontrato a Milano i giornalisti per spiegare come l’azienda si stia adattando a un mondo che cambia, mantenendo però una strategia di fondo in grado di unire anime diverse.

Canon è un’azienda quasi unica,” spiega Deluchi. “Non esistono molte altre aziende dell’Ict che vanno dal consumer al business, che vendono prodotti con prezzi a partire da cinque euro, come le calcolatrici, e che arrivano fino ai milioni di euro dei grandi sistemi di stampa, passando attraverso l’offerta di servizi. Tutto unito dalla forza degli asset aziendali: la qualità del prodotto, l’importanza del brand, la cultura dell’azienda.

 

Enrico Deluchi è presidente e amministratore delegato di Canon Italia

 

In Italia il gruppo Canon ha sostanzialmente raddoppiato le sue dimensioni: alle 800 persone impiegate dalla filiale italiana e dalle sue due controllate Canon Solutions Nord e Canon Solutions Centro Sud se ne sono aggiunte altrettante derivanti dall’acquisizione di Idm, destinata a rimanere però una società separata. Parlando del fatturato previsto per quest’anno per la sola filiale, il 40 per cento verrà realizzato sui consumatori finali, mentre il restante 60 per cento sarà riferito all’attività business.

La maggior parte delle persone ha sempre pensato che la componente consumer fosse quella dominante,” spiega Deluchi. “Questa proporzione è invece una fotografia della realtà, che ci porta qualche elemento di preoccupazione per la parte ‘B2C’, soprattutto per quanto riguarda il mercato fotografico. Un altro elemento poco conosciuto è la proporzione dei ricavi derivanti dai prodotti piuttosto che dai servizi. Si potrebbe pensare che la maggior parte dei ricavi derivi dalla vendita di hardware, ma lo scorso anno nel mercato ‘B2B’ il rapporto è stato già di 50 e 50, mentre nel 2015 i servizi saliranno al 60 per cento.

 

Sul mercato consumer gli sforzi principali di Canon sono rivolti a contrastare il calo che si è registrato negli ultimi anni soprattutto nel settore delle fotocamere compatte. “Oggi scattiamo molte più foto rispetto al passato, grazie agli smartphone,” dice Deluchi. “Se un post su un social network non ha collegato un video o un’immagine non se lo fila nessuno. Questo fenomeno ha fatto sì che l’immagine stia diventando un linguaggio comune, come se fosse una seconda lingua. Tutto questo va bene però per la comunicazione immediata, fatta in modo impulsivo. Quando si vuole cogliere con maggiore profondità un ricordo importante - come un battesimo, un matrimonio o una vacanza - ci sono strumenti più adatti a registrare quelle emozioni. Il nostro sforzo oggi, in un mondo più alfabetizzato alla lingua visiva, è quello di aiutare le persone a capire che esistono due modi diversi di comunicare: quello impulsivo del telefonino e quello legato al racconto di una storia che è la tradizionale macchina fotografica.

 

"Se tenete a una fotografia, a un documento, un libro, stampateli"

 

Le immagini digitali, per altro, portano con sé la necessità di conservarle. “Oggi abbiamo hard disk o spazi cloud che contengono migliaia e migliaia di fotografie,” afferma Deluchi. “Le cose importanti, però, è meglio stamparle. Uno dei fondatori di Internet, Vint Cerf, oggi Chief Internet Evangelist di Google, ha detto che il mondo completamente digitale come quello in cui ci stiamo avviando rischia di diventare un deserto digitale: nel corso degli anni cambiano gli standard e diventa difficile accendere a informazioni salvate dieci anni prima. Se tenete a una fotografia, a un documento, un libro, stampateli.”

Parlando di immagine, il passo dal mondo consumer a quello professionale è breve. I fotografi sono clienti molto particolari: sono persone che girano con attrezzature da trenta-quarantamila euro e che seguono con grande attenzione l’evoluzione tecnologia. Sono i clienti che Canon “coccola” di più. In occasione di Expo 2015, per esempio, Canon metterà a disposizione dei professionisti dell’immagine servizi in loco per la manutenzione, la sostituzione e il noleggio di attrezzature fotografiche. Partner per l’imaging della manifestazione milanese, Canon ha partecipato a un progetto di Expo, che ha chiesto a nove fotografi di importanza mondiale di interpretare in modo personale le altrettante aree tematiche al centro dell'esposizione universale. Le fotografie realizzate da professionisti come come Irene Kung, Martin Parr, Ferdinando Scianna, Alex Webb, Sebastiao Salgado, Alessandra Sanguinetti, George Steinmetz, Gianni Berengo Gardin e Joel Meyerowit verranno stampate (con tecnologia Canon) in dimensioni giganti e utilizzate per decorare i nove cluster.

 

La competenza di Canon nell’ambito dell’imaging non si riflette quindi solo nelle fotocamere professionali, ma anche nel settore della stampa. “Riuscire a passare i test di qualità richiesti da questi professionisti non è banale,” spiega Deluchi. “Quindi non parliamo solo di cattura dell’immagine. Tra l’altro siamo in grado di stampare non solo su carta fotografica, ma anche su supporti insoliti come la carta da parati. Questo è un altro elemento interessante in un’ottica di personalizzazione della comunicazione. La stampa digitale conoscente di realizzare tirature anche molto piccole, e alzando il tiro si riesce a cambiare anche il business model dell’editoria, stampando solo le copie necessarie.”

 

"Siamo in grado di stampare non solo su carta fotografica, ma anche su supporti insoliti"

 

Le stesse tecnologie sono alla base della stampa documentale, che Canon segue da vicino grazie all’acquisizione, avvenuta tre anni fa, di Océ. “Oltre il 50 per cento del materiale stampato che oggi arriva nelle cassette delle lettere è stampato con tecnologie Canon,” dice Deluchi. Il mondo dell’ufficio, per altro, è un terreno su cui Canon si confronta da tempo. Ogni anno la società giapponese registra tra tremila e tremilacinquecento brevetti. “Quello dell’ufficio è però un settore in cui si stampa sempre meno, basti pensare alle norme entrate in vigore pochi giorni fa per eliminare la carta con la fatturazione elettronica nella pubblica amministrazione,” sostiene Deluchi. “Qui la nostra attività diventa quella di accompagnare le aziende in questa trasformazione digitale: non basta cambiare un ingranaggio all’interno del motore, perché alla fine tutti finiscono per stampare lo stesso. Va quindi cambiato tutto il processo.

Per questo Canon non si limita a intervenire sulla parte di stampa. Dopo l’acquisizione di Océ, che ha permesso alla società di portarsi in casa una business unit che si occupa di Business Process Outsourcing (Bpo), è arrivata anche quella di Integra Document Managament. “Idm serve il 90 per cento del mercato assicurativo in Italia, prendendo le polizze che arrivano dalle agenzie, archiviandole e gestendone l’intera vita, sinistri compresi,” precisa Deluchi. “La società ha documenti cartacei che se messi tutti in fila arriverebbero a coprire oltre mille chilometri, derivanti da circa trecento clienti tra cui banche, utilities, media. L’unione di Idm e Canon Business Services è una realtà che oggi in Italia vale circa 55 milioni di euro di ricavi, il che ci pone tra i primissimi gruppi sul mercato.

 

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