17/07/2019 di Redazione

Caso Huawei: per il Congresso servono regole più chiare

Con una proposta bipartisan, parlamentari Democratici e Repubblicani vogliono tramutare in legge l’ordine esecutivo che, da maggio, vieta alla società cinese di acquistare componenti e software da fornitori statunitensi. L’ambiguità di Donald Trump non pi

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Huawei resta nella Entity List, la lista nera del commercio statunitense. Con il disegno di legge “Defending America's 5G Future Act”, presentato ieri in Congresso e redatto con l’appoggio bipartisan di Repubblicani e Democratici, le forze parlamentari vogliono arginare l’atteggiamento ondivago e ambiguo di Donald Trump. Da dichiarato oppositore delle società cinesi (che, come Huawei, a suo dire sarebbero al servizio del cyberspionaggio di Pechino) e da sostenitori dell’inasprimento dei dazi sull’import dalla Cina (dal 10% al 25%), dopo l’incontro con Xi Jinping al G20 di Osaka il presidente Usa ha assunto posizioni più morbide. Arrivando a concedere che sì, le aziende statunitensi possono acquistare tecnologie sviluppate e prodotte in Cina, purché si tratti di “apparati per i quali non ci siano grandi problemi con la sicurezza nazionale”. 

 

Le dichiarazioni di Trump non hanno però chiarito se Huawei dovesse restare oppure no nella blacklist in cui il Dipartimento del Commercio statunitense l’aveva inserita lo scorso maggio. Comparire nella lista nera per la società di Shenzhen significa, sostanzialmente, non poter acquistare semiconduttori da aziende come Intel e Qualcomm e, soprattutto, restare priva delle licenze di Google necessarie per usare Android nei propri smartphone. Esiste dunque un doppio problema, relativo sia alla vendita di apparati per il 5G negli Stati Uniti sia agli acquisti da fornitori che permettono a Huawei di assemblare smartphone e apparati di rete.

 

La settimana scorsa il Dipartimento del Commercio aveva chiarito di voler mantenere la società cinese dentro la Entity List, ma che avrebbe rilasciato licenze per i casi in cui non sussista una “minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. A quanto pare, a queste ambiguità il Congresso preferisce le posizioni nette. Con il “Defending America's 5G Future Act” si propone di tramutare in legge l’ordine esecutivo uscito dalla Casa Bianca lo scorso maggio, quello che appunto vieta alle aziende statunitensi di vendere tecnologie a società estere considerate un potenziale nemico degli Usa.

 

Se la proposta si trasformerà in legge, oltre a ribadire questo divieto se ne introdurrà un altro: né il Dipartimento del Commercio né altri enti governativi potranno più rilasciare licenze ad hoc. “Il miglior modo per rispondere alle minacce di sicurezza nazionale poste dalle aziende di telecomunicazione cinesi è quello di tracciare una linea di demarcazione netta e smettere di ritrattare ogni volta che Pechino fa pressioni”, ha dichiarato il senatore democratico Chris Van Hollen, uno tra i sostenitori del disegno di legge. “Vietando alle società americane di fare affari con Huawei finalmente mandiamo un messaggio inequivocabile sul fatto che stiamo prendendo seriamente questa minaccia e che il presidente Trump non dovrebbe poter usare queste legittime preoccupazioni di sicurezza come merce di scambio”.

 

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