02/08/2017 di Redazione

Chatbot fuori controllo di Facebook, molto rumore per nulla

Un ricercatore del social network ha chiarito che non c'è nulla di allarmante nel dialogo fra “Alice” e “Bob”, i programmi di intelligenza artificiale di cui si è parlato nei giorni scorsi. Secondo indiscrezioni, a Menlo Park si lavora su un nuovo sistema

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Le “chiacchiere fra robot” di Facebook hanno catturato l'attenzione dei media quasi come un gossip estivo. Il tema è attuale: può l'intelligenza artificiale guadagnare una tale autonomia da sfuggire al controllo umano? Di fronte alla notizia di un dialogo fra i due bot “Alice” e “Bob” (parte delle sperimentazioni condotte a Menlo Park, qui illustrate nel dettaglio) che parevano conversare in un linguaggio da loro inventato e non privo di logica, prontamente ribattezzato “Facebotlish”, alcune testate hanno sguazzato nell'allarmismo, riferendo che la stessa società di Mark Zuckerberg avrebbe sospeso l'esperimento nel timore di un fantascientifico sopravvento dei robot sull'uomo. Un timore che, in ogni caso, in prospettiva futura preoccupa scienziati del calibro di Stephen Hawking, ma che certo non può essere legato alla prevista e ben nota capacità degli algoritmi di sviluppare abilità, anche conversazionali, in autonomia.

Simili test di “allenamento” dei bot, messi a confronto affinché dialogassero l'uno con l'altro, sono peraltro materia di studio anche altrove. Come raccontato da Wired, all'interno del progetto OpenAI un giovane scienziato, Igor Mordatch, sta osservando il comportamento dei software di intelligenza artificiale all'interno di ambienti virtuali bidimensionali, in cui i bot possono muoversi da un punto all'altro ma anche aiutarsi reciprocamente nel portare a termine un compito e conversare fra loro. Possono, inoltre, sviluppare un proprio linguaggio, che risulta in parte incomprensibile a orecchie esterne (fenomeno che i linguisti chiamano criptofasia).

La questione dei dialoghi fra bot, insomma, ha più a che fare con la linguistica che non con il rischio di una futura supremazia delle macchine sull'uomo. Lo stralcio dello scambio di battute fra “Alice” e “Bob” ha comunque avuto il merito di sollevare un po' di curiosità sul tema.

 

 

Dhruv Batra, professore alla Georgia Tech e ricercatore di Facebook Ai Research, ha poi gettato acqua sul fuoco ironizzando sui toni apocalittici di alcuni articoli comparsi online e chiarendo che “se l'idea di programmi di intelligenza artificiale che inventano un proprio linguaggio potrebbe suonare allarmante o inaspettata per chi non è del settore, si tratta di un campo dell'Ai ben affermato, su cui da decenni esistono pubblicazioni”. Alice e Bob, insomma, non sono Hal 9000.

Intanto, ieri si è parlato anche di un'altra chat riferita a Facebook, o meglio di un sistema hardware dedicato alle conversazioni video, che l'azienda starebbe sviluppando all'interno della propria divisione sperimentale, Building 8. A detta di una fonte confidenziale di Bloomberg, si tratterà di un dispositivo che inaugurerà una nuova categoria di prodotto, intesa a rendere più realistica l'esperienza di comunicazione a distanza, “come se le persone si trovassero nella stessa stanza”. Il sistema si baserà sull'utilizzo di telecamere, microfoni e di un monitor di dimensioni comparabili a quelle di un piccolo notebook. Al momento è stato messo a punto un prototipo, mentre il dispositivo fatto e finito potrebbe essere annunciato in primavera, in occasione della prossima conferenza dedicata agli sviluppatori (l'evento F8).

La fonte ha riferito anche di lavori in corso su uno smart spekaer domestico con assistente vocale incorporato, non dissimile da prodotti già affermati sul mercato come Amazon Echo e Google Home, ma che sarà proposto a un prezzo più aggressivo (intorno ai 100 dollari). La settimana scorsa DigiTimes aveva accennato a qualcosa di simile, specificando anche la presenza di un monitor da 15 pollici integrato nel dispositivo e ipotizzando un annuncio ufficiale di Facebook nel primo trimestre del 2018. Alla luce delle nuove indiscrezioni, chiarisce Bloomberg, è più probabile che la presenza del monitor vada riferita al sistema di videochat e non allo speaker intelligente. È possibile, in ogni caso, che questi due prodotti siano concepiti per un utilizzo combinato.

 

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