14/03/2019 di Redazione

Cina, sui treni di Shenzhen si sale con il biglietto biometrico

La città del Dragone sta sperimentando un sistema di riconoscimento facciale che analizza il volto del passeggero e addebita automaticamente il costo della corsa su un account personale.

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Prossimamente, gli abitanti della città cinese di Shenzhen potranno forse pagare il biglietto del treno utilizzando il proprio viso. La metropoli del Paese del Dragone (12,5 milioni di persone) sta testando un sistema di riconoscimento facciale basato sull’intelligenza artificiale e il 5G che potrebbe superare il classico biglietto. Nella stazione di Futian, snodo cruciale della linea ad alta velocità che collega Guangzhou con Hong Kong, sono stati installati dei dispositivi simili a tablet, predisposti per acquisire un’immagine del volto del passeggero: i dati vengono poi incrociati con quelli contenuti nell’account della persona e il sistema addebita in automatico il costo della corsa.

Al momento, la soluzione è ovviamente un prototipo e la Shenzhen Metro, l’autorità locale che amministra la complessa rete di trasporti cittadina, non ha voluto fornire un’ipotetica data di lancio del servizio. Come riporta il quotidiano South China Morning Post, nella metropoli meridionale cinese vengono effettuate ogni giorno circa 5 milioni di corse.

Il colosso asiatico è uno dei Paesi più attivi nel campo della sperimentazione sui sistemi di riconoscimento facciale, anche per motivi politici. L’anno scorso sono partiti dei test anche all’aeroporto di Shanghai Hongqiao, uno dei due scali che servono la città (l’altro è Pudong), per automatizzare le operazioni di imbarco e di check-in dei bagagli tramite chioschi dotati di tecnologie di identificazione biometrica. Altre sperimentazioni sono in corso a Pechino e Nanyang.

Ma non è sicuramente tutto oro quel che luccica. Lo scorso novembre, solo per fare un esempio, un sistema di videocamere e intelligenza artificiale ha identificato come “pedone imprudente” l'imprenditrice Dong Mingzhu, scambiando però una sua fotografia per una persona in carne e ossa. L'installazione di Ningbo, metropoli da 7,6 milioni di abitanti, ha catturato in un incrocio e identificato il volto della donna: per il sistema, Dong stava attraversando la strada nonostante il semaforo in quel momento fosse rosso per i pedoni.

L'attribuzione era corretta, peccato che si trattasse semplicemente di una fotografia, un'immagine pubblicitaria piazzata all'esterno di un autobus che passava in quel momento. Questo tipo di tecnologia viene utilizzato sempre più frequentemente dal governo cinese per diversi scopi, fra cui operazioni di naming e shaming e disincentivare così comportamenti disdicevoli o imprudenti. Con un tasso di errore, però, ancora elevato (senza contare le perplessità riguardanti la privacy dei cittadini).

 

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