22/09/2017 di Redazione

Cinquemila tagli: nuovo giro di vite sui dipendenti di Hpe?

Secondo le fonti di Bloomberg, l'azienda di Meg Whitman avrebbe programmato una nuova ondata di licenziamenti da realizzarsi entro la fine dell'anno. Interesserà il 10% dell'attuale forza lavoro e includerà anche i manager.

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Un dipendente di Hewlett Packard Enterprise su dieci rischia di dover trovare un nuovo impiego da qui alla fine dell'anno. Una nuova ondata di licenziamenti starebbe per abbattersi su cinquemila collaboratori di Hpe, circa il 10% dell'attuale forza lavoro, secondo quanto riferito da alcune fonti confidenziali di Bloomberg. L'azienda di Meg Whitman prosegue dunque sulla via dell'ottimizzazione dei costi, cioè della medesima necessità che ha già spinto la società “sorella” Hp a programmare l'uscita di un numero compreso fra i tremila e i quattromila dipendenti tra l’anno fiscale 2017 e il 2019.

 

A detta di Bloomberg, i tagli diventeranno effettivi prima della fine di dicembre e riguarderanno dipendenti con diversi profili, dirigenti inclusi, sia negli Stati Uniti sia in altri Paesi. Al momento non sono giunte conferme né smentite dall'azienda, ma la strategia di riposizionamento e contenimento dei costi portata avanti da Whitman è nota. Reduce dal completamento dello spin-merge di alcune attività relative al software (ora trasferite su Micro Focus), la Hpe odierna è una società sempre più focalizzata sulla vendita di server, sistemi di storage, di networking, infrastrutture iperconvergenti e servizi cloud; una società che nell'ultimo bilancio trimestrale ha prodotto numeri definiti dalla Ceo come “un segnale incoraggiante dei progressi che stiamo compiendo”.

 

Avere un numero più ristretto di linee di business e priorità strategiche chiare ci dà l'opportunità di creare una struttura interna e un modello operativo più semplici, agili e veloci”, ha detto recentemente la Whitman in conferenza telefonica, rivolta agli analisti, svelando nella medesima occasione che il suo obiettivo è di ottenere un risparmio di 1,5 miliardi di dollari nell'arco di tre anni.

 

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