Buone notizie per l'Internet delle Cose: l'Open Interconnect Consortium nato nel luglio scorso per definirne standard e funzionalità ha annunciato di aver acquisito 27 nuovi membri, tra cui Cisco, Acer, Mediatek e SmartThings. Aziende di prestigio, che si aggiungono a quelle fondatrici, fra cui spiccano Samsung, Broadcom, Dell e Intel. Sono state inoltre comunicate le nomine per il consiglio di amministrazione: alla guida del consorzio industriale ci sarà Jong-Deok Choi, deputy head del Samsung Software R&D Center.
La missione del conglomerato di aziende è quella di garantire che i 212 miliardi di prodotti che saranno connessi a Internet nel 2020 potranno comunicare e scambiarsi informazioni indipendentemente dal sistema operativo, dal form factor e dal fornitore di servizi.
Ricordiamo che l'OIC non è l'unico consorzio che lavora all'Internet delle Cose. Lo scorso martedì Thread Group (il gruppo sostenuto dai Nest Labs di Google, da Arm e da altre aziende) ha accolto nuovi membri, e ricordiamo che esiste anche la AllSeen Alliance, un conglomerato che coinvolge Microsoft e persegue gli stessi obiettivi.
Probabilmente gli sforzi di questi gruppi potranno avere finalità competitive in alcune aree, ma dovranno forzatamente essere complementari in altre, come sottolinea l'analista di mercato James Brehm, di James Brehm & Associates: "Se raggiungeremo i numeri di cui stiamo parlando, sarà necessario cooperare". A detta di Brehm, la vera gara per la standardizzazione dell'Internet Of Things non è nemmeno iniziata. Per velocizzare la realizzazione di prodotti interoperabili, la cooperazione fra i diversi consorzi sarà essenziale e dovrà saper scavalcare la naturale competizione fra i vendor.