21/03/2014 di Redazione

Cisco rinnova le comunicazioni aziendali di Fujitsu

La sede italiana della società giapponese ha implementato i sistemi di collaborazione e comunicazione di Cisco, incentrati su Jabber. A regime, saranno coinvolti tutti i 250 dipendenti italiani operativi a Milano e a Roma.

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Notevoli risparmi, ma anche un ambiente di lavoro nuovo, più aperto e proiettato nel futuro: è quello che, grazie a Cisco, hanno ottenuto gli uffici italiani di Fujitsu. La grande multinazionale giapponese, presente in cento Paesi con oltre 170mila dipendenti, nello Stivale occupa circa 250 persone fra Milano e Roma, delle quali le 180 operative nella città meneghina già stanno beneficiando del nuovo sistema. Sistema che ha permesso di dire addio al telefono fisso sfruttando le soluzioni di Mobile Collaboration di Cisco, e di risparmiare decine di migliaia di euro.

Il rinovamento è partito in contemporanea allo spostamento della sede operativa di Milano in un nuovo edificio, in uffici strutturati per favorire le  interazioni e la comunicazione fra i dipendenti, con open space affiancati da piccole sale meeting in cui poter organizzare veloci riunioni e conference call. In questi spazi, ciò che balza subito all’occhio è l’assenza di telefoni fissi sulle scrivanie. Al suo posto, Cisco Jabber: la soluzione è stata installata sui Pc desktop, sui laptop, sui tablet e sugli smartphone dei 180 dipendenti milanesi, che fuori dall’ufficio utilizzano invece Cisco Wi-Fi e AnyConnect Vpn per l’accesso protetto da remoto con dispositivi mobili.



Le funzionalità di Cisco Jabber

 

“Le tecnologie di collaboration si sono rivelate fondamentali per questo progetto”, sottolinea Mario Ortolano, network and security consultant di Fujitsu Italy. “Avevamo la necessità di ridurre i dispositivi sulle scrivanie e di dare alle persone uno strumento dotato di più funzionalità e di capacità single-reach intuitiva. Tra le diverse diverse opzioni considerate, Cisco Jabber era la più solida e la più semplice e più facile da integrare nella nostra infrastruttura”. La decisione è stata anche influenzata dall’approccio architetturale end-to-end Cisco, che secondo Ortolano rispecchia il mantra di Fujitsu di fornire un servizio continuo attraverso “un’unica rete, una sola policy, un’unica gestione”.

“Oggi più che mai è importante assecondare la necessità di mobilità e collaboration”, aggiunge Michele Dalmazzoni, collaboration architecture leader di Cisco Italia, “perché i vantaggi di business sono chiari: dalla possibilità di lavorare conciliando vita privata e professionale, alla possibilità di accedere e condividere alle informazioni senza limiti e preclusioni o vincoli temporali. La filosofia della Collaboration Cisco è multipiattaforma proprio per andare nella direzione di questi nuovi fenomeni dell’It. Qualunque tipo di sistema operativo, di device e di browser è supportato”.

Con questa trasformazione Fujitsu ha già risparmiato 50-60 mila euro sulle spese di cablaggio non realizzate e altri 20 mila euro evitando di utilizzare un sistema Pbx. E a questo computo vanno aggiunti i risparmi su contratti e bollette telefoniche non siglati e l’incremento di produttività legato al fatto che i dipendenti sono ora sempre  raggiungibili da colleghi e clienti. Infine, il nuovo ufficio milanese vuole anche essere un progetto di best practice e di spazio di lavoro “del futuro”, fra l’altro dotato di una rete già pronta per la virtualizzazione desktop.

Nel dettaglio, l’architettura realizzata comprende soluzioni di collaboration (Cisco Jabber nelle versioni per Windows e 9.1 per Android, Cisco Presence e Cisco Unified Communications Manager), server Fujitsu Primergy (modelli RX 200), apparati di rete (switch Catalyst serie 4500 e serie 2960 wireless, security wireless controller serie 5500, integrated services router serie 2900, access point Cisco Aironet serie 3600) e sistemi di sicurezza (firewall Cisco Asa serie 5500 e sensori Cisco Ips serie 4500).

Per quanto riguarda i progetti futuri, Fujitsu ha già pianificato l’estensione di questo nuovo approccio ai 70 dipendenti dell’ufficio di Roma, e sta considerando possibili iniziative di miglioramento e controllo della mobility con l’introduzione di Cisco Identity Services Engine.
 

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