Mario Staderini e Luca Nicotra sono l'uno segretario di Radicali Italiani e l'altro segretario dell'Associazione Agorà Digitale.
Hanno deciso di armarsi di puntuta lancia e galoppare contro il mulino a vento della Pubblica Amministrazione dando 90 giorni di tempo al Ministero dell'Economia e Finanze, alle Regioni Basilicata, Campania e Comune di Roma.
Ecco il risultato chiedendo su Italia.gov.it quante PEC di Enti pubblici sono a Roma. Tutto qui
Entro quella data tali Enti dovranno rendere finalmente
disponibile le caselle di Posta Elettronica Certificata nel rispetto di quanto il Codice dell'Amministrazione Digitale (legge 82/2005) impone: entro il 30 giugno scorso avrebbero dovuto non solo avere la PEC ma soprattutto metterlo ben in evidenza sul proprio sito così che i professionisti e le imprese, che hanno dovuto farlo a spron battuto, possano avvelersene.
Se entro quella data quegli Enti non si saranno messi in regola
partirà una Class Action come previsto dalla Legge 198/2009. A formulare la strategia legale è Ernesto Belisario, avvocato esperto di questioni giuridico-informatiche e, soprattutto, delle cose che riguardano la PEC.
Se PEC ha da essere, come la legge impone, e nonostante le infinite obiezioni sulla originalità italiana di questo sistema, e allora che sia: a cominciare dagli Enti, Ministeri e Comuni. Che, insomma, il Governo sia anzitutto severo con se stesso prima che con cittadini e imprese.
Se, come abbiamo fatto ieri per Milano (vedi
Italia.gov.it cerca l'ago nel pagliaio della PA), si va a controllare su Italia.gov.it quante caselle PEC risultano attivate e "certificate" nell'IndicePA per Roma, il risultato, avvilente, è quello che abbiamo fotografato.