30/01/2015 di Redazione

Click più “poveri” e troppe distrazioni: Google delude le attese

Nel 2014 il fatturato è salito del 19%, rispetto all’anno precedente, e gli utili del 10%, ma gli analisti speravano in qualcosa di più. La crescita dell’utenza mobile penalizza i Big G, perché i click sui risultati sponsorizzati vengono remunerati meno.

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A Google non piacciono gli smartphone. Lo stesso trend che, negli ultimi mesi e per tutto il 2014, ha fatto lievitare i conti di Facebook penalizza invece l’azienda di Mountain View, i cui conti risentono della “svalutazione” dei click a pagamento quando attivati da dispositivi mobili. Pur in crescita a doppia cifra, i risultati trimestrali e annuali del colosso californiano hanno deluso gli analisti: il fatturato dell’intero 2014 ha raggiunto i 66 miliardi di dollari (di cui il 56% realizzati negli States), il 19% in più rispetto al 2013, mentre quello dell’ultimo trimestre è stato di 18,1 miliardi, +15% sul pari periodo dell’anno prima. Gli utili sono invece cresciuti del 10%, toccando i 4,76 miliardi di dollari nel quarto trimestre.

Non è poco, certo, ma nemmeno un risultato esaltante se si prende come metro di paragone l’eccezionale trimestre di Apple, in cui gli utili hanno rappresentato un quarto del giro d’affari. Gli analisti, d’altra parte, avevano stimato un fatturato di 18,45 miliardi, superiore al dato effettivo. Come si spiega la moderata delusione? Google ha citato esplicitamente “forti venti contrari” nelle conversioni valutarie, sostenendo che i ricavi sarebbero stati più alti di 541 milioni di dollari se il tasso di cambio del dollaro con altre monete fosse stato più favorevole.

C’è però una ragione più sostanziale, ovvero la minore profittabilità dell’advertising da mobile. L’utilizzo del motore di ricerca da postazioni desktop o da laptop rimane dominante, rappresentando il 90% dei ricavi, ma la frequentazione dei servizi Google da smartphone e tablet sta aumentando. Se effettuati da dispositivi mobili, i click sui risultati a pagamento vengono remunerati meno (anche perché i tempi di permanenza sulle pagine sono mediamente inferiori) e questo ha portato a un calo del 3% nei guadagni per ciascun click.

 

 

A preoccupare gli analisti e a incidere sul ribasso del 2% del titolo a Wall Street è stato anche un ulteriore elemento: Google spende, o spenderebbe troppo in progetti esterni al suo core business. Gli investimenti in ricerca & sviluppo, destinati a progetti come l’automobile driverless e i satelliti di Elon Musk, nel 2014 sono cresciute del 35%, arrivando a 6,78 miliardi di dollari. Una cifra superiore ai 5,5 miliardi di Apple, benché il fatturato di quest’ultima sia cinque volte quello di Big G.

Non va poi dimenticato il costoso “affaire” dei Google Glass, recentemente ritirati dal mercato e destinati a un nuovo team di lavoro, esterno al laboratorio di Google X.  In barba ai toni esaltatori usati sul blog ufficiale, che parlavano di un nuovo inizio, il chief financial officer Patrick Pichette ha ammesso (lo riporta il Financial Times) che questa mossa è stato un passo indietro mirato a ridurre una voce di spesa onerosa. Fra automobili, satelliti e occhiali smart, quest’anno Google non dovrà dimenticare il “cuore” delle sue attività, le ricerche Web, e capire come trarre valore dall’ascesa del mobile.

 

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