14/02/2018 di Redazione

Cloud affamato di dati e di traffico nelle previsioni di Cisco

Secondo le stime del nuovo “Global Cloud Index”, nel 2016 sono stati ospitati e trasmessi dai data center in cloud 6 ZB di dati, mentre nel 2021 i volumi saliranno fin quasi a 20 ZB. Applicazioni aziendali, IoT, mobile e Web faranno da traino.

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Il cloud non è più una nuova tendenza, bensì è un modello di fruizione tecnologica ormai quasi inevitabile, in una o nell'altra forma. Ancor più lo sarà fra pochi anni, secondo le previsioni di Cisco: entro il 2021, il 95% del traffico generato dai data center di tutto il mondo sarà ospitato nella nuvola. E già nel 2017 la fetta attribuibile al cloud è stata l'88%, considerando l'insieme del traffico interno a ciascun data center e di quello in viaggio di andata e ritorno dall'esterno (verso altri data center o verso i dispositivi degli utenti). Sono due delle tante percentuali e dei tanti numeri del nuovo “Global Cloud Index”, studio basato su una molteplicità di fonti e che permette a Cisco di affermare con sicurezza che “il traffico data center su scala mondiale è entrato nell'era degli zettabyte”.

Nel 2016, secondo i calcoli di Cisco, la bellezza di 6 ZB di dati sono stati ospitati e trasmessi dai data center di tutto il mondo, ma tale quantità è poca cosa rispetto ai 19,5 ZB previsti per il 2021, risultato di un tasso di crescita annuo (Cagr) del 27%. In altre parole, un volume triplicato nel giro di un lustro. Per il 95%, come si diceva, questi dati poggeranno su data center collocati nel cloud e dunque non su risorse che risiedono fisicamente all'interno di sale macchine di aziende o in abitazioni. A trainare sarà soprattutto il public cloud, ovvero i servizi infrastrutturali ma anche di piattaforma e di erogazione software proposti da aziende come Amazon (Aws), Google (Cloud Platform) e Microsoft (Azure). Servizi che saranno sempre più percepiti come sicuri, oltre che come vantaggiosi dal punto di vista dei costi, della flessibilità e della scalabiità garantite.

In questo mondo multicloud, la crescita delle applicazioni nei data center sta chiaramente esplodendo”, ha commentato Kip Compton, vice presidente della divisione Cloud Platform and Solutions Group di Cisco. “Questa previsione di crescita richiederà innovazione soprattutto nel settore del cloud pubblico, privato e ibrido”.

Nei prossimi anni, sottolinea Cisco, ancor più di oggi molte aziende opteranno per l'ormai noto modello ibrido, spostando su cloud pubblici una parte dei carichi di lavoro e di istanze di calcolo in precedenza racchiusi nei propri cloud privati. La quota di workload attribuibile ai soggetti che lo studio chiama “enterprise”, ovvero piccole, medie e grandi imprese, enti pubblici e governi, scenderà dal 76$% del 2016 al 73% previsto per il 2021, lasciando la restante percentuale agli utenti consumer.

 

 

I data center hyperscale, come quelli dei tre colossi appena citati, aumenteranno di numero e importanza. Dalle 338 infrastrutture conteggiate nel 2016 si passerà nel 2012 a 628; questi siti veicoleranno il 54% del traffico data center globale (dato in netta crescita dal 39% del 2016), conterranno il 53% dei server (quasi il doppio rispetto al 27% di due anni fa), garantiranno il 69% della potenza di elaborazione mondiale (dal 41% del 2016) e custodiranno il 65% dei dati (dal 51%).

I volani del cloud
Tutte e tre le componenti della nuvola, IaaS, PaaS e SaaS, fino almeno al 2021 proseguiranno la loro corsa, spinte dalla ulteriore proliferazione dei dispositivi personali e mobili: telefoni e Pc, ma anche wearable, sistemi smart per la casa, videocamere e altri oggetti Internet of Things. A livello globale, i dati memorizzati nei data center arriveranno quasi a quintuplicare entro il 2021, fino a raggiungere quota 1,3 ZB, con un incremento di 4,6 volte rispetto ai 286 exabyte del 2016.

 

 

Le applicazioni IoT, in particolare, nel 2021 genereranno ben 847 zettabyte di dati, ma meno dell'1% (circa 7,2 ZB) verrà archiviato. Il loro è un universo variegato, che comprende i dispositivi indossabili ma anche i servizi delle smart city, i sensori e i sistemi di connettività delle automobili, l'edilizia smart, i robot e gli impianti industriali. A fare da traino alla nuvola, inoltre, nei prossimi anni ci saranno applicazioni aziendali e consumer: in particolare, nella prima categoria vanno citati gli Erp, i software e servizi per la collaborazione e gli analytics; nella seconda, lo streaming video, le attività sui social network e le ricerche Web.

 

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