03/02/2020 di Redazione

Cloud più “capillare” per Oracle grazie a nuovi data center

La società di Redwood inaugura cinque località, fra cui quella europea di Amsterdam, e prepara ulteriori nuove aperture entro la fine dell'anno.

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Oracle fa un altro balzo in avanti nel campo del cloud computing. Come riportato da Reuters, l’azienda ha annunciato l’apertura di nuovi data center ad Amsterdam, Melbourne, Montreal, Osaka e Jeddah (Arabia Saudita), con l’obiettivo di arrivare a proporre ai clienti 36 località a cui potersi appoggiare entro la fine dell’anno.

Il Medio Oriente sembra essere di particolare interesse per Oracle, essendo già in programma l’apertura di una seconda regione in Arabia Saudita e di due negli Emirati Arabi.

 

Più in generale, una rete più capillare potrà significare maggiore disponibilità, bassa latenza e possibilità di scelta per i clienti vincolati al rispetto di normative nazionali o di settore sulla destinazione geografica dei dati. Questo è soprattutto vero per le aziende europee, alle quali il Gdpr impone alcuni limiti sulla collocazione dei propri dati (o dei dati dei clienti) e sul loro trasferimento all’estero. In Europa, il nuovo data center di Amsterdam va ad affiancarsi a quelli già operativi, di Londra, Zurigo e Francoforte.

 

Non è un mistero che la società di Redwood, pur restando legata (strategicamente ed economicamente) alla vendita di sistemi ingegnerizzati, negli ultimi anni abbia ampliato decisamente l’offerta di soluzioni e servizi cloud per competere nella grande arena dominata da Amazon Web Services, Google Cloud e Microsoft Azure. Oracle ha chiaramente un diverso posizionamento: la triade dei colossi del cloud pubblico punta soprattutto sulla vendita di “spazio” (dunque di infrastruttura Iaas), di strumenti per lo sviluppo applicativo (PaaS) e di software già pronti all’uso (SaaS). 

 

La strategia di Oracle, più volte rimarcata negli ultimi anni, è invece quella di arrivare a proporre in cloud l’intera gamma di soluzioni già disponibili su hardware, più altre specificamente nate per la nuvola, contando su un solido posizionamento in fatto di applicazioni di Erp, marketing, risorse umane o verticali per settore. Un cavallo di battaglia è l’Autonomous Database, lanciato un paio di anni fa: un sistema di gestione che automatizza molte delle operazioni di database grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale. 

 

Questo prodotto è, in effetti, in diretta concorrenza con l’offerta di Aws, sulla quale il chief technology officer Larry Ellison non di rado lancia frecciatine e comparazioni.  Lo scorso dicembre, a margine dei numeri sul bilancio trimestrale del secondo quarter dell’anno fiscale (2020), Ellison aveva dichiarato che “anche se siamo ancora all’inizio, l’Oracle Autonomous Database già conta migliaia di clienti in esecuzione nel nostro cloud pubblico di seconda generazione”.

 

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