Contattare un possibile candidato, farsi un’opinione sul fatto che sia più o meno adatto al ruolo, organizzare uno o più colloqui per conoscersi meglio: il lavoro degli addetti alle risorse umane oggi è ancora prevalentemente mediato da telefonate e email, nonché svolto faccia a faccia senza la mediazione di alcuna tecnologia. Eppure c’è un canale di contatto e di comunicazione potente e oggi ancora poco sfruttato in ambito HR: il video. Ma qui al 2016 lo scenario potrebbe cambiare, stando ai dati emersi da un’indagine svolta da Redshift Research per conto di Polycom: fra i professionisti delle risorse umane, coloro che già utilizzano strumenti video preferiranno, entro il 2016, questi ultimi alle email come principale metodo di comunicazione.
Più precisamente, il
56% di coloro che hanno risposto alle domande dell’indagine, condotta il 12 Paesi del mondo, afferma che
il video sarà il loro strumento di comunicazione preferito in ambito business, scavalcando le email (49%) e le conference call telefoniche (32%). Inoltre, la quasi totalità (98%) dei responsabili delle risorse umane che hanno partecipano al sondaggio, è convinta del potere della videoconferenza di abbattere le barriere dovute alle distanze geografiche e di migliorare la produttività tra i team dislocati in diverse città e nazioni.
Rimanendo nel presente, alla domanda su quali siano già oggi i metodi preferiti nelle comunicazioni di lavoro, gli intervistati provenienti dalle risorse umane hanno posizionato il
video fra i primi tre strumenti utilizzati per le comunicazioni, al terzo posto con il 46% delle citazioni, dopo le
email (88%) e le
chiamate vocali (62%). Altri strumenti particolarmente utilizzati dai responsabili HR includono le
conferenze Web, la
messaggistica istantanea e i
social media.
L’indagine di Polycom è d’altra parte coerente con quanto già emerso da un rapporto realizzato lo scorso anno da
Aberdeen Group, secondo cui il
32% delle aziende sta investendo nei colloqui attraverso il video, con significativo incremento rispetto al 21% dell’analoga indagine condotta nel 2012. Le prime tre motivazioni che giustificano questa crescita sono la riduzione dei costi di viaggio, la riduzione dei tempi di assunzione e la possibilità di raggiungere i candidati anche in luoghi geograficamente remoti.
Ma i vantaggi ottenibili sono anche altri, come spiega
Daniel Sonsino, vice president of Talent Management di Polycom:
“Il video non solo contribuisce a migliorare la qualità del nostro team di talenti e a ridurre i tempi di assunzione e introduzione del personale in azienda, ma aiuta anche a garantire che gli stessi talenti rimangano in azienda, fornendo un facile accesso ai programmi di sviluppo e la realizzazione di un ambiente di lavoro flessibile per i dipendenti. Mentre i miglioramenti nel reclutamento, la formazione, il mantenimento e il lavoro flessibile sono misurabili e visibili, i vantaggi immateriali della collaborazione video sono altrettanto rilevanti. Migliorare la fiducia, aumentando la produttività, migliorando la comprensione interculturale e formando team più efficaci, sono tutti ambiti in cui i dati non possono mostrare il valore. Sono cose che devono essere vissute in prima persona”.