11/05/2016 di Redazione

Con i video creati dagli utenti Amazon rincorre YouTube

Il nuovo servizio Video Direct permette agli utenti di caricare le proprie creazioni video, venendo poi retribuiti sulla base delle visualizzazioni o degli abbonamenti Prime. Per lo sbarco in Italia, però, si dovrà aspettare.

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All’immenso contenitore di video “user generated” (nella maggioranza dei casi), YouTube, da oggi si affianca un contenitore più piccolo e nuovo: i Video Direct di Amazon. Un servizio appena lanciato dall’azienda di Jeff Bezos e che, inevitabilmente, fa pensare alla piattaforma di proprietà di Google. L’idea di Amazon è quella di permettere a chiunque – previo possesso di un account di registrato – di pubblicare clip di propria realizzazione, venendo poi retribuiti sulla base delle visualizzazioni.

Per ripagare i videomaker, professionali o amatoriali che siano, Amazon potrà attingere a diverse fonti di guadagno: o trasferendo una percentuale degli incassi pubblicitari (per i video con inserzioni) o una percentuale degli abbonamenti per gli iscritti a Prime, o una percentuale dei guadagni sui noleggi e acquisti. I modelli di retribuzione saranno vari, e in parte ricalcheranno quelli applicati agli autori degli ebook auto-pubblicati. Come sottolineato dal vice president di Amazon Video, Jim Freeman, “Per la distribuzione ci sono più opzioni disponibili che mai e per la prima volta i fornitori di video hanno un’opzione self-service per portare i loro contenuti all’interno di un servizio di streaming premium a sottoscrizione”.

Video Direct sarà inizialmente disponibile in una rosa di mercati selezionati, ovvero Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Germania e Austria. Fra i partner già aderenti all’iniziativa sfilano Mattel, l’editore di The Guardian, Condé Nast, Mashable e Machinima, un servizio di video online.

In attesa di un’eventuale estensione all’Italia, non si può certo dire che il mercato dell’intrattenimento video veicolato dal Web non sia in fermento. Meno di un mese fa la stessa Amazon ha scelto di rilanciare Prime Video, cioè il suo servizio di streaming di serie Tv, film e altri contenuti on-demand: inizialmente incluso nel pacchetto di Prime al costo di 99 dollari l’anno, adesso può essere acquistato separatamente, per nove dollari al mese. Cioè un dollaro in meno rispetto a Netflix.

 

 

Anche Google sta diversificando la propria offerta, sia con l’avvio delle dirette streaming (facilmente monetizzabili considerando il campo di applicazione a eventi di ogni genere, dallo sport alla musica) sia con il lancio, pianificato per l’anno prossimo negli States, di un canale a pagamento. Si chiamerà YouTube Unplugged e consentirà la visione via Web di diversi canali televisivi premium. Da qualche mese, inoltre, Google già propone nei soli Stati Uniti il servizio YouTube Red: pagando dieci dollari al mese, si possono fruire video ripuliti dalle interruzioni pubblicitarie.

 

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