10/11/2017 di Redazione

Con le Nanotecnologie di InVisage Apple migliorerà l'iPhone

La società di Cupertino ha acquisito la società califoniana creatrice di QuantumFilm: un materiale fotosensibile le cui nanoparticelle permettono di catturare più luce e colori più accurati rispetto ai tradizionali sensori Cmos.

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Migliorare ancora la qualità delle fotografie scattate dall'iPhone sembra essere una delle priorità di Apple in campo mobile. La società di Cupertino ha concluso l'ennesima acquisizione, quella di InVisage Technologies: una giovane azienda californiana di Newark, proprietaria di una tecnologia di ottimizzazione delle immagini chiamata QuantumFilm. A riportare l'operazione societaria è stata TechCrunch, dato che come suo solito la Mela ha evitato di fare proclami in merito a nuove acquisizioni, avendo comunque dato conferma ai giornalisti con il “detto non detto” della frase di rito (“Apple di tanto in tanto acquista piccole aziende tecnologiche e soiltamente non discutiamo i nostri progetti o strategie”: probabilmente il copia e incolla fatto più volte dai portavoce dell'azienda). Nel caso non bastassero i molti altri indizi – cariche di LinkedIn modificate, canali social che hanno smesso di comunicare, voci di corridoio – a sostegno dell'acquisizione.

È ipotizzabile che InVisage possa portare in dote risorse utili per migliorare i futuri iPhone nelle loro capacità fotografiche. QuantumFilm è, infatti, una sintesi di nanotecnologie e software, che promette migliori prestazioni rispetto ai tradizionali sensori Cmos usati negli smartphone: in particolare, può catturare scatti di qualità in condizioni di luce non ottimali. Si tratta di una sottilissima superficie fotosensibile che può essere utilizzata per riverstire un chip fotografico rendendolo capace di “individuare più fotoni, contenere più elettroni e dunque più informazioni fotografiche, e riprodurre i colori in modo più accurato”.

Nei classici sensori Cmos, lo strato di silicio deve anche incorporare i circuiti necessari a catturare gli impulsi elettrici dei fotoni ed elementi in grado di isolare i pixel ed evitare interferenze: dovendo contenere tutti questi elementi, i sistemi Cmos risultano limitati nella loro capacità di catturare la luce. I pixel che compongono questo materiale possono catturare la medesima quantità di luce dei layer in silicio, ma occupando uno spessore dieci volte inferiore, distinguendo meglio i colori e consumando meno energia.

 

QuantumFilm è lasciato all'immaginazione: nessuna fotografia del nanomateriale sul sito di InVisage (se non questa)

 

 

InVisage ha non soltanto sviluppato la tecnologia, ma anche il materiale con cui è ralizzata. Inoltre i componenti (wafer, chip) di QuantumFilm vengono prodotti e assemblati in uno stabilimento di Taiwan controllato da una fondazione creata dall'azienda di Newark. Nelle mani di Apple passeranno ora non solo la proprietà intellettuale e le attività produttive, ma anche almeno una parte dei dipendenti dell'acquisita (così si evince da LinkedIn). Che l'obiettivo possa essere l'iPhone è lecito ipotizzarlo, leggendo sul sito di InVisage riferimenti ai problemi degli attuali sensori d'immagine degli smartphone, i quali faticano a generare fotografie di qualità se le condizioni di luce non sono buone. Ma il QuantumFilm potrà anche essere impiegano in applicazioni di Internet of Things, nei droni, nella realtà virtuale e per supportare procedure di autenticazione.

 

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