16/02/2015 di Redazione

Connessioni a banda ultra-larga: Fastweb scommette su Ftcc

La fibra ottica portata agli armadi stradali, e non alle abitazioni (Ftth) o agli edifici (Fttb), è secondo la società l’unica strada percorribile per centrare gli obiettivi dell’Agenda Digitale: cento megabit al secondo all’85% della popolazione entro il

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Una scelta di campo. Nel piano di sviluppo per la banda ultra-larga  Fastweb ha deciso di puntare tutto sulla tecnologia Fttc (Fiber To The Cabinet), ovvero la fibra ottica portata fino agli armadi stradali, con l’ultimo tratto coperto dal doppino in rame già esistente. Investimenti più contenuti, maggiore velocità di implementazione, grandi prestazioni sia nell’immediato sia in futuro. Sono questi gli aspetti che la società ha voluto sottolineare paragonandoli a quelli che caratterizzano le soluzioni Ftth (Fiber To The Home, fibra fino nelle abitazioni) annunciando che entro il 2016 raggiungerà una copertura del 30 per cento della popolazione italiana, partendo dal 20 per cento attuale. Il tema della banda ultra-larga è di estrema attualità, visti gli obiettivi dell’Agenda Digitale: 85% della popolazione italiana coperta da reti a 100 Mbps e il restante 15% da reti a 30 Mbps entro il 2020.

 

 

Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb, ha spiegato i motivi che spingono la sua azienda a puntare con decisione, e senza incertezze, sull’Fttc: “Conosciamo benissimo la tecnologia Fiber To The Home, tanto che dopo avere cablato Milano la usiamo nelle sette principali città italiane. Però abbiamo deciso di rilanciare gli investimenti perché sette città non costituiscono il nostro obiettivo. Vogliamo offrire grandi prestazioni su base più ampia.

Fastweb ritiene di poter esprimere un parere che va al di là della strategia scelta per la propria crescita, suggerendo al Governo di muoversi a favore della tecnologia Ftcc. Per coprire l’85 per cento dell’Italia in Ftth servirebbero secondo Fastweb almeno 11 miliardi di euro, con un tempo di realizzazione variabile tra i 15 e i venti anni. Usando l’Ftcc basterebbe invece una cifra compresa tra i tre miliardi e i tre miliardi e mezzo di euro, metà dei quali per altro già spesi da Fastweb e Telecom Italia, e un periodo di 5 o 6 anni, di cui tre in realtà già trascorsi. “Questa è la tecnologia in grado di andare incontro agli obiettivi dell’Agenda Digitale,” ha detto Calcagno.

 

Per supportare questa affermazione, Fastweb ha portato i risultati delle sue ultime sperimentazioni, realizzate anche sul campo e non solo in laboratorio. Gli attuali clienti della società che accedono alla rete ad alta velocità grazie all’Ftcc dispongono oggi di una banda media di 75 megabit al secondo in download e di 30 megabit al secondo in upload. La prima tecnologia che può aiutare a far salire questi valori è il “vectoring”, grazie al quale è possibile eliminare i disturbi che due linee ottiche adiacenti generano riducendo le prestazioni. Fastweb ha sperimentato questa tecnica in sei citta italiane coinvolgendo mille e cento clienti attivi. Il risultato medio è stato di 101 megabit per secondo.

 

 

La tecnologia Vdsl Enhanced è stata invece sperimentata nel polo fieristico di Rho, dove c’è una rete in rame di proprietà di Fastweb assimilabile come struttura a quelle presenti sul territorio nazionale. Infine la G.Fast è stata testata al quartiere milanese di Rogoredo. Qui si è raggiunto il picco prestazionale, con velocità comprese tra 300 e 500 megabit al secondo ottenuti da chi si trova a meno di 150 metri dall’armadio stradale (la distanza media degli armadi in Italia rispetto alle abitazioni è di 250 metri). Secondo Fastweb, la Ftcc è una tecnologia che ha ancora grandi potenzialità e non sarà adatta solo da qui al 2020, ma anche negli anni futuri. Nei laboratori di Alcatel Lucent, società da sempre partner di Fastweb nelle reti in fibra, sono già state raggiunte velocità di dieci gigabit al secondo, anche se a distanze di poche decine di metri.

Oltre ai risultati prestazionali, va sottolineato il minore impegno per l’adeguamento delle infrastrutture richiesto dalla tecnologia Fttc. Per coprire ipoteticamente tutta l’Italia, basterebbe raggiungere 150mila armadi stradali, mentre se si volessero raggiungere gli edifici (Fttb, Fiber To The Building) bisognerebbe calcolare ben 15 milioni di ulteriori collegamento, che salirebbero a 28 milioni portando la fibra in tutte le case. Paesi come la Gran Bretagna, la Svizzera e la Germania hanno già deciso di puntare su Fttc, per arrivare a coprire rispettivamente il 75, il 70 e il 50 per cento della popolazione. Di contro, ci sono realtà come Spagna e Francia dove tale soluzione è di difficile applicazione: nel Paese iberico none esistono gli armadi stradali, mentre Oltralpe la distanza media tra gli armadi e le abitazioni è di 750 metri, eccessiva per garantire prestazioni elevate tramite Ftcc.

 

Va comunque detto che la tecnologia Fttc presenta ancora delle difficoltà. Per esempio, funziona egregiamente se all’armadio arriva la fibra di un singolo operatore, mentre in caso di condivisione bisogna cercare il modo di far cooperare i provider in modo che tecnologicamente evitino di disturbarsi reciprocamente. DI questo argomento gli operatori stanno ancora discutendo a un tavolo aperto con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom).

Detto delle prospettive della banda ultra-larga, vale la pena dare uno sguardo anche alla situazione attuale, in cui player come Telecom Italia, Vodafone e Fastweb si contendono il grosso del mercato. La “torta” esistente sarebbe limitata a 710mila clienti in totale, di cui ben cinquecentomila di Fastweb (il 40 per cento già serviti da tecnologia Ftcc). Entro il 2016, Telecom vuole raggiungere una copertura della popolazione italiana del 50 per cento (oggi è al 30), Fastweb del 30 per cento (oggi è al 20) e Vodafone del 25 per cento (partendo quasi da zero). “Fastweb è l’operatore locale non ‘incumbent’ con gli obiettivi, già realizzati e in piano, più ambiziosi,” sostiene Alberto Calcagno.

 

 

La società viene da un’annata di grandi soddisfazioni. Nel 2014 i ricavi sono saliti del 2,8 per cento arrivando a un miliardo e 688 milioni di euro, con una marginalità lorda (Ebtda) di 515 milioni di euro, dieci in più rispetto all’anno precedente. “Parlando di mercato, dal 2012 al 2014 la base clienti di Fastweb è cresciuta di circa cinquecentomila clienti,” aggiunge Calcagno. “Mettendo insieme tutti gli operatori, il mercato è cresciuto di poco meno di quattrocentomila clienti. Questo significa che tutti gli altri operatori hanno perso: di fatto è Fastweb che ha trainato il mercato italiano. E questo vale anche per il mondo business. Qui non si parla di numero di clienti, ma di quote di mercato. Per Fastweb si è passati dal 19,1 per cento del 2011 fino al 24,6 per cento del 2014. Tutti gli altri operatori hanno perso quote.”

Ora la sfida di Fastweb è crescere ulteriormente nella banda ultra-larga usando la tecnologia Fttc. “Siamo talmente convinti dei risultati ottenuti a livello tecnologico,” conclude Calcagno, “che invitiamo l’AgCom a venire a vedere, a verificare questi risultati. L’Italia oggi ha una straordinaria opportunità. Il momento per scegliere è adesso. L’Europa ha già scelto e noi dobbiamo prendere una decisione coerente.

 

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