21/02/2017 di Redazione

Copyright violato: Google e Bing più severi con i pirati del Web

Nel Regno Unito, Big G e Microsoft hanno firmato un codice di condotta che prevede di la rimozione dei siti non in regola con il copyright dai risultati dei motori di ricerca. Nulla di nuovo, tuttavia, almeno per Google, ma solo un modo per ribadire il pr

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Il mare del Web è da sempre solcato dai pirati, fin dai tempi di Napster e poi più recentemente con la pratica dei torrent e con i siti di film in streaming illegale. Google e Microsoft hanno deciso di imprimere, insieme, un giro di vite al fenomeno della pirateria online, e lo hanno fatto firmando un codice di condotta comune – il primo del suo genere – che indicherà come agire nei confronti di chi pubblica contenuti protetti da copyright o da diritti d'esclusiva. L'iniziativa è partita dal Regno Unito, sotto l'egida del governo e sotto la spinta di soggetti dell'industria dei media e dell'intrattenimento. Come riporta la Bbc, alla stesura del documento (non di pubblico dominio) hanno contribuito le due aziende nordamericane ma anche il Dipartmento per la Cultura, i Media e lo Sport britannico, l'Intellectual Property Office e vari enti di difesa del copyright. Tutti accomunati da una lamentela: oggi come oggi, reperire contenuti piratati attraverso i motori di ricerca è facilissimo.

L'impegno di Big G e di Microsoft è dunque quello di rimuovere da Google Search e da Bing i risultati che, a fronte diuna query, possano condurre a siti e piattaforme non in regola. In Uk, in particolare, oltre alla pirateria di contenuti musicali, film e serie Tv, è forte il fenomeno degli eventi sportivi trasmessi illegalmente sul Web benché concessi in esclusiva a un canale televisivo.

Per il colosso di Mountain View non c'è, tuttavia, nulla di nuovo sotto il sole: “Google è da molti anni un soggetto attivo nella lotta alla pirateria online”, ha riferito un portavoce dell'azienda. “Restiamo fedeli a questo impegno e accoglieremo con entusiasmo future alleanze con i detentori di diritti”. Il codice, dunque, servirà sostanzialmente a rafforzare le pratiche anti-pirateria già seguite dal motore di ricerca.

 

 

Quali siano i numeri, lo si evince dall'ultimo Transparency Report pubblicato dalla società. Le richieste di rimozione dai risultati di ricerca, per pagine che violano il copyright, sono salite incredibilmente negli ultimi anni. Il picco del mese di gennaio 2013 era stato di 3.800 richieste ricevute in un giorno, mentre il 23 di gennaio di quest'anno ne sono state raccolte più di 19mila. In sei anni, dal marzo del 2011 al febbario 2017, Google ha rimosso dal proprio motore di ricerca 2,15 miliardi di indirizzi e circa un milione di siti Web, previa verifica della fondatezza delle segnalazioni.

 

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