18/10/2011 di Redazione

Da Google a Facebook, tutti in corsa sui pagamenti mobili

Il giro d’affari dei servizi di mobile payment è oggi nell’ordine dei 240 miliardi di dollari. Ed è destinato a triplicare nell’arco dei prossimi cinque anni. La tecnologia Nfc fa da traino alla disponibilità di soluzioni integrate a bordo degli smartphon

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Sono tutti lì. Stanno portando avanti le loro strategie, pianificando alleanze, affilando le armi. Perché quando i pagamenti mobili prenderanno il volo sarà bagarre. L'annuncio di Google Wallet ha acceso ulteriormente l’attenzione sul mobile payment, un settore dove sono numerosi e diversi i player in campo.

Google Wallet


Per ora la casa di Mountain View ha scelto MasterCard e Citigroup come partner dell’operazione che prevede il lancio di un’applicazione che permette di utilizzare lo smartphone al posto della carta di credito. Come funziona il tutto è presto detto: nell’esercizio commerciale che ha aderito al programma di Google si avvicina l’apparecchio a un apparato dotato di apposito sensore radio, il sistema effettua le verifiche del caso e autorizza il pagamento. La tecnologia attorno alla quale ruota tutto è la ben nota, per ora disponibile su un solo apparecchio, il Nexus S venduto da Sprint Nextel solo negli Usa.    

Ma è solo questione di tempo Nel 2014, secondo Juniper, un terminale mobile su cinque in circolazione dovrebbe essere dotato di connettività Nfc. E se oggi i pagamenti mobili generano 240 miliardi di dollari a livello mondiale, sempre secondo Juniper, dovrebbero crescere di due o tre volte nei prossimi cinque anni.

Quanto prometta questo comparto lo dice anche un dato reso noto nelle ultime ore da Barclays Corporate, una divisione del gruppo bancario londinese Barclays: entro il 2012 i cittadini di Sua Maestà spenderanno via cellulare 19.3 miliardi di sterline (30.5 miliardi di euro) rispetto agli 1,3 miliardi attuali. A dare impulso al fenomeno la tecnologia Nfc, mentre i settori più ricettivi saranno quello dei generi alimentari e di largo consumo in genere, che già entro il 2011 svilupperanno via mobile un giro d’affari di 300 milioni di sterline.

I retailer, conferma ancora il rapporto, sono pronti a investire massicciamente e il mobile commerce è destinato a crescere del 55% nel corso dei prossimi cinque anni anche grazie alla spinta propulsiva di Vodafone e di carrier come Telefonica, France Telecom e Deutsche Telekom (questi ultime due associatesi nella “new co” Everything Everywhere), il cui intento è quello di dare vita a una piattaforma comune per lo sviluppo di un sistema di mobile payment via smartphone.

Google Wallet


Sono in sostanza molti gli analisti pronti a giurare che sarà un successo. È il perché prova a spiegarlo uno studio, “M-commerce Comes of age”, realizzato da booz&co e secondo il quale il mobile commerce è per molte società una priorità strategica. I prossimi 18 mesi sono considerati addirittura decisivi e quattro sono i trend che sostengono tale tesi. Il primo riguarda la continua crescita della penetrazione dei devici mobili che parallelamente vedono anche aumentare le proprie performance. Se dal punto di vista tecnologico la situazione è nettamente migliorata, i consumatori hanno una maggiore confidenza con i pagamenti tramite mobile e anche i merchant iniziano a comprenderne i potenziali benefici.

Il comportamento dei consumatori d’altronde supporta l’affermarsi della rivoluzione dei pagamenti tramite smartphone. Negli Stati Uniti il 20% degli adulti che accedono al Web tramite cellulare fanno acquisti e svolgono in mobilità transazioni bancarie. E anche il mobile advertising è in crescita grazie anche al favore dei consumatori  verso forme di offerte altamente personalizzate. In un solo anno, per esempio, più di due milioni di persone si sono iscritte ai servizi di mobile advertising offerti da O2 in Uk. Per tutti questi motivi il comparto si va facendo affollato.

I carrier Usa contro Google. Visa: “grande opportunità per l’advertising localizzato”
At&t, Verizon e T-Mobile rappresentano il gotha delle telcos mobili Usa e con la joint venture Isis hanno lanciato sul piatto una fiche da 100 milioni di dollari per contrastare Google nel campo dei pagamenti mobili. Per contrastare l’offerta di Mountain View è stato sviluppato anche un servizio di couponing.

Perché questa attenzione da parte dei carrier? “Le transazioni via cellulare - dice in proposito Chetan Sharma, un analista indipendente - potrebbero aprire una nuova potenziale fonte di revenue per gli operatori” e operatori dal calibro di At&T e Verizon potrebbero promuovere il digital wallet di Isis disabilitando la app negli smarthpone del wallet di Google. Eventualità brutale, ma tecnicamente e commercialmente possibile. 


Anche Visa supporta Isis, ma questo non impedisce a uno dei circuiti di carte di credito più noti e utilizzati al mondo di aver lavorato a un proprio servizio di pagamento. E Visa non considera necessariamente Google un avversario. Anche perché sia il borsellino di Visa sia quello del colosso californiano dovrebbero essere open e quindi poter lavorare con circuiti e piattaforme di pagamento di terzi. Bill Gajda, responsabile di Visa Mobile, è anche convinto che i “digital wallet” siano una grande opportunità per promuovere l’advertising localizzato con mirati programmi di offerta.

Mentre Visa continuerà a generare revenue attraverso le tradizionali fee sulle transazioni, si potrebbe infatti aggiungere un’altra fonte di introiti che arriva dalla pubblicità e in particolare dagli strumenti che permetteranno ai merchant di fornire nuove e personalizzate offerte ai consumatori. “Possiamo vedere le transazioni in tempo reale – ha detto in proposito Gajda - e così gli utenti possono ricevere messaggi di alert circa le offerte nei negozi più vicini alla loro posizione”.

La compagnia sta infine anche testando, con la catena di abbigliamento Gap, un programma per offrire sconti “location based” nei negozi sfruttando sempre e comunque messaggi di testo inviati sul telefonino e ha confermato un piano d’azione per spingere – in modo sovvenziato - i retailer verso il sistema dei pagamenti mobili.

Google invece non ha programmi per quanto riguarda le percentuali da riconoscere ai commercianti, ma punta a promuoverne l’azione di vendita. In occasione della presentazione del wallet è stato infatti mostrato come gli acquirenti possono ricevere coupon sui loro cellulari in base alla loro posizione e riscattarli via telefono.

La lista dei player che si giocano una fetta del promettente mercato del mobile payment è comunque lunga e ospita nomi illustri come Apple. La casa di Cupertino può fare leva sul milionario parco clienti dell’iTune store e prevede di introdurre presto la tecnologia Nfc sugli iPhone.

eBay punta invece sul concetto di "online store in the pocket” per facilitare gli acquisti da smartphone così come si fa abitualmente dal pc. Il sistema Paypal, di proprietà del colosso delle aste online, supporta già le funzionalità Nfc e sono previsti promozioni e coupon con loyalty program, online store locator, store shopping list e un servizio di comparazione dei prezzi.

E infine c’è Facebook che, per quanto l’esperienza di Deals non sia stata un successo, è sempre nella posizione di poter sfruttare le possibilità di monetizzare l’alto numero di clienti. Il social network di Zuckerberg ha creato una società chiamata Facebook Payments e pare stia pensando a una moneta virtuale. La guerra, in sostanza, è appena iniziata.


Ha collaborato Gianni Rusconi

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