17/10/2017 di Redazione

Database violato nel 2013, Microsoft fa finta di niente

Reuters porta alla luce un fatto di quattro anni fa, quando un repository di Redmond contenente informazioni su bug software venne attaccato da un misterioso gruppo di hacker. L’azienda allora fece una stringata dichiarazione, poi il silenzio.

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Nel 2013 Microsoft subì un data breach a opera di un gruppo di hacker molto esperto. Lo rivela Reuters, citando cinque anonimi ex dipendenti dell’azienda di Redmond. A essere colpito sarebbe stato un database utilizzato internamente per tenere traccia dei bug presenti nel software sviluppato dalla stessa Microsoft. Un obiettivo molto sensibile, e difficilmente raggiungibile, contenente un tesoro di informazioni che i cybercriminali potrebbero sfruttare per violare le applicazioni puntando direttamente alle vulnerabilità note. Al momento il gruppo a stelle e strisce si è rifiutato di commentare lo scoop. Sembra che Redmond, dopo aver scoperto l’attacco, riuscì a risolvere il problema in qualche mese. Eventuali informazioni trafugate, inoltre, non sarebbero mai state utilizzate dagli hacker in violazioni seguenti a danno di altre aziende.

L’attacco al database di Microsoft sarebbe quindi il secondo a memoria d’uomo (ma il primo in ordine temporale) a colpire una realtà così importante del panorama tecnologico mondiale. Nel 2015, infatti, Mozilla Foundation affermò di aver subìto un’intrusione in un repository contenente la documentazione relativa a dieci falle serie e non ancora risolte. Uno dei bug venne poi sfruttato per colpire il browser Firefox.

Il gruppo di hacker presumibilmente coinvolto nel breach è noto nel mondo della cybersecurity con nomignoli diversi, Morpho, Butterfly oppure Wild Neutron, e non è ancora chiaro se sia supportato da qualche governo. Per penetrare nei sistemi di Microsoft, i pirati avrebbero utilizzato una vulnerabilità di Java. Una volta entrati nella rete, si sarebbero poi mossi lateralmente da un computer all’altro.

Il team è probabilmente uno dei collettivi di hacker fra i più esperti e misteriosi al mondo e, sempre nel 2013, avrebbe attaccato anche altri colossi come Facebook e Apple. Non a caso l’unica dichiarazione pubblica di Redmond sul data breach risale a febbraio di quell’anno, a distanza di pochi giorni dalla divulgazione delle intrusioni a danno del social network blu e della Mela. “Come riportato da Facebook e Apple, Microsoft conferma di aver vissuto una violazione analoga”, si limitò a dire l’azienda, senza però specificare l’entità del danno e l’obiettivo dei cybercriminali.

 

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