16/06/2014 di Redazione

Dimension Data, una strategia per il raddoppio

La società, che fattura sei miliardi di dollari, vuole duplicare le sue entrate entro cinque anni. Per riuscirci ha un piano ben preciso, che passa dalla trasformazione da “semplice” system integrator a fornitore di servizi cloud. E da un attento percorso

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Dimension Data prosegue nel suo processo di trasformazione affrontando i temi del cloud computing e del Software Defined Networking (Sdn). La società, nata storicamente come system integrator e oggi pesantemente coinvolta nel mondo dei servizi cloud, ha infatti dichiarato pochi mesi fa di voler raddoppiare le dimensioni aziendali, in termini di fatturato, entro i prossimi cinque anni. Per riuscirci, visto che si sta parlando di una realtà che vale sei miliardi di dollari, il passaggio a un’offerta cloud e l’attenzione verso le tecnologie di rete di nuova generazione definite dal software sono elementi fondamentali.

Roberto Del Corno è Managing Director per l'Italia di Dimension Data.


Gli investimenti nell’area dei servizi cloud sono molto rilevanti, basta guardare a quanto fatto negli ultimi due anni sia in termini di nuove funzionalità sia in termini infrastrutturali, con la recente inaugurazione dei data center di Londra e Melbourne. Quest’anno, per fare qualche esempio, la società sta lavorando sull’integrazione con le tecnologie Mpls e sugli accordi e le certificazioni con Microsoft e Sap. Inoltre, Dimension Data è diventata uno dei tre system integrator scelti da Cisco per la sua Intercloud Alliance. Cisco ha tra l’altro identificato la piattaforma cloud di Dimension Data per erogare in “white label” i suoi servizi cloud. Entro l’anno, infine, si parlerà anche di come cooperare sulla Hosted Collaboration Solution di Cisco.

Il paradigma di Dimension Data che cambia pelle lo si vede proprio dagli accordi con Cisco, dove la partnership si sposta su temi molto più forti e nella sostanza paritetici,” spiega Roberto Del Corno, Managing Director per l'Italia. “Noi continuiamo ovviamente a offrire ai nostri clienti le tecnologie Cisco, ma loro hanno scelto Dimension Data per offrire i loro servizi cloud. Il tutto va a delineare un Dna aziendale che sta rapidamente cambiando, trasformando il modo in cui ci proponiamo sul mercato.

Oggi i responsabili delle aziende stanno chiedendo all’It di comprimere i costi, migliorare agilità e prestazioni, ridurre i rischi, migliorare l’esperienza utente, realizzare piani economicamente sostenibili e aumentare la competitività aziendale. Chi gestisce l’It si trova quindi di fronte alla necessità di rispondere a queste esigenze mantenendo la conformità, tenendo il passo aziendale, gestendo la maggiore complessità, tenendo conto della mobilità sempre maggiore e della crescente quantità di dati e giocandosi in modo opportuno la carta della virtualizzazione.

Enrico Brunero, Line Of Business manager, Data Center Solutions e Servizi Cloud di Dimension Data.


Nel lungo viaggio nella trasformazione del data center ci sono tre passaggi fondamentali: consolidamento, virtualizzazione e automazione. “La virtualizzazione è un processo che ormai è abbastanza consolidato,” afferma Enrico Brunero, Line Of Business manager, Data Center Solutions e Servizi Cloud di Dimension Data. “Dico abbastanza perché solo circa il 50 per cento dei servizi risiede oggi su ambienti virtualizzati. E tutto questo è ancora organizzato a isole, sia a causa di applicazioni legacy impossibili da evolvere sia a causa di incompatibilità di ambienti applicativi che non hanno seguito gli aggiornamenti proposti nel tempo dai vendor.

In questo panorama, l’evoluzione del data center vede infrastrutture convergenti, automazione e cloud ibride come elementi fondamentali. L’avere investito in tecnologie cloud può dare a Dimension Data la spinta giusta per continuare a essere protagonista.

Data center e modello cloud non sono contrapposti: le aziende sempre più valutano come integrarli,” dice Brunero. “E’ importante quindi la capacità di muovere le applicazioni tra diversi modelli di sourcing. In questo senso il ‘next generation data center’ sarà ibrido. Per molti anni continueranno a esistere applicazioni basate su data center o ambienti applicativi gestiti direttamente dall’azienda e altre basate sul modello cloud. In questo senso Dimension data è in posizione privilegiata, in quanto non solo siamo un system integrator consolidato, ma attraverso la nostra business unit cloud, che dispone di una dozzina di data center, eroghiamo anche servizi di cloud privato, pubblico e ibrido.

Se il cloud computing è già oggi un elemento fondamentale all’interno del piano di crescita di Dimension Data, in futuro una spinta corposa potrebbe arrivare anche dal Software Defined Networking (Sdn). “L’Sdn è però ancora complesso e immaturo,” sottolinea Stefano Paganelli, Line of Business Network Integration & Security Manager di Dimension Data. “Ci sono diversi modelli e non è ancora chiaro quale sia meglio utilizzare. Oggi dall’Sdn non ci possiamo attendere soluzioni a breve: è una tecnologia molto interessante, che promette molto, ma che deve ancora crescere.“ Per questo oggi Dimension Data presenta il suo software Defined Networking Development Model, un processo strategico completo di un workshop di consulenza guidata che comprende una parte formativa precedente l’analisi dell’impatto dell’Sdn in quattro aree fondamentali: infrastruttura, operazioni, organizzazione e allineamento con il business.

Stefano Paganelli, Line of Business Network Integration & Security Manager di Dimension Data.


“Tra virtualizzazione dei data center, dispositivi vari ed evoluzione verso il cloud ci sono molti elementi che spingono verso il Software Defined Networking,” spiega Paganelli. “Stiamo però parlando di un qualcosa che sta nascendo, che è sulla bocca di tutti, ma che va poco oltre e che non è ancora standardizzato. Vediamo la corsa a dichiararsi ‘Sdn Ready’, ma in realtà di concreto c’è ben poco. In pratica, ci aspettiamo un’adozione generalizzata tra almeno quattro anni a partire da oggi. Il mercato però è in forte crescita perché le potenzialità di questa tecnologia sono molto elevate, soprattutto per i provider.”

In una fase così preliminare la cosa più importante, dal punto di vista di un system integrator, è preparare correttamente il terreno, evitando che i propri clienti rimangano delusi da una tecnologia ancora acerba. Così Dimension Data concentra molti sforzi sul testing delle nuove tecnologie. “Abbiamo un centro di ricerca californiano chiamato iCube, sostenuto dalle aziende del gruppo Ntt, che si occupa principalmente di Sdn, cloud e sicurezza,” afferma Paganelli. “E con i clienti affrontiamo il tema dell’Sdn partendo da un approccio olistico, meno legato alla tecnologia. Oggi siamo di fronte non a una evoluzione del networking, ma a una rivoluzione. Bisogna quindi partire da un’attenta analisi di ciò che l’azienda ha in casa per capire come l’Sdn può inserirsi in questo ambiente ed evolvere in futuro.

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