01/07/2013 di Redazione

Dipendenti italiani: i ribelli della mobility

Una ricerca di VMware etichetta il 65% dei lavoratori italiani come insoddisfatti rispetto agli strumenti e alle applicazioni mobili forniti dalla propria azienda. E quasi la metà dei responsabili It considera inadeguato il proprio dipartimento. Fra i pro

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La mobility, nello Stivale, procede ancora a passo troppo lento e spesso appoggiandosi a strumenti inadeguati. E quando succede i lavoratori si ribellano. È quanto emerge da una ricerca condotta da VMware in diversi Paesi europei, Italia compresa, con l’obiettivo di misurare il grado di soddisfazione di dipendenti e responsabili It nei confronti dell’approccio aziendale ai dispositivi, ai software e alle policy riguardanti il mobile. Risultato: il 65% dei professionisti nostrani ritiene di non ricevere dalla propria organizzazione gli strumenti mobili o le applicazioni capaci di renderli produttivi ed efficienti.


Un’opinione che trova conferma nella metà scarsa di responsabili It italiani (il 45%) convinta che il proprio dipartimento non sappia rispondere adeguatamente alle esigenze di mobilità del personale. Il problema principale rilevato è l’incapacità di far fronte a una richiesta dei dipendenti, ovvero quella di avere accesso alle applicazioni da più dispositivi mobili. Nel dettaglio, la top-five delle necessità invocate dai lavoratori nostrani riguarda l’accesso mobile alla posta elettronica (citato dal 51%) alla Intranet aziendale (50%), alla Vpn (39%), a social network aziendali come Yammer (26%) e a strumenti di gestione delle spese (24%).

D’altra parte, qualora l’azienda non venga incontro ai suoi dipendenti su questo fronte  non definisca in modo chiaro le proprie policy, lì subentrano i metodi “fai-da-te”. Nell’indagine di VWmare, il 57% degli intervistati italiani ha ammesso di salvato, inoltrato, ricevuto o modificato un documento aziendale utilizzando il proprio dispositivo personale, e in questa percentuale siamo secondi solo ai Paesi Nordici.

“C’è una chiara tendenza”, commenta Alberto Bullani, regional manager di VMware Italia, “che vede emergere una classe di ‘ribelli della mobility’ con una motivazione reale, una nuova ondata di dipendenti che usano i dispositivi mobili a proprio vantaggio per lavorare più efficacemente e guidare l’innovazione. Molte aziende si stanno mettendo al passo con questa tendenza. Se i lavoratori non hanno a disposizione le risorse mobili che richiedono, molti di loro prenderanno l’iniziativa per cambiare da soli la situazione. Le aziende più all’avanguardia ne sono consapevoli e stanno dando la priorità a strategie mobile formali, per controllare l’iniziativa della propria forza lavoro mobile e offrire loro un vantaggio competitivo”.

Anche le organizzazioni, dunque, hanno cominciato ad aprire gli occhi, tant’è che l’81% dei responsabili It nostrani (il dato più alto in Europa, dove la media è del 72%) dichiara di aver implementato o di avere in programma di implementare soluzioni a sostegno del Bring your own device. E tra i motivi citati, un terzo (33%) degli intervistati mira ad attrarre o trattenere i talenti in azienda. Inoltre, il 62% dei responsabili It italiani ha affermato che entro la fine di quest’anno nella propria azienda saranno predisposti sistemi e policy che assumano come norma, e non come eccezione, la possibilità di accesso ai dati da remoto.

Quello che è indubbio è come la consapevolezza delle conseguenze del Byod, specie sul fronte della sicurezza, in Italia non sia ancora completa. A detta dei Cio, infatti la maggior parte (70%) dei decisori aziendali nel nostro Paese è consapevole del problema legato ai dati commercialmente sensibili conservati negli smartphone, ma la cosa non li preoccupa o non pensano sia una priorità occuparsene. E il livello di indifferenza rispetto a tale questione in Italia è il più alto d’Europa, dove la media è del 45%.

Una delle soluzionei VMware per la mobilità


“Le aziende devono trovare un equilibrio fra l’adozione e promozione di una cultura del lavoro flessibile e la protezione della proprietà intellettuale della compagnie e dei dati dei clienti”, suggerisce Bullani. “La crescita del mobile è un dato di fatto, che sta creando una vera e propria sfida per la gestione e la sicurezza ai dipartimenti It. Un fenomeno che tuttavia rappresenta anche una grande opportunità. VMware crede che modelli alternativi come il Byod possano essere implementati utilizzando un approccio integrato per la forza lavoro mobile. Questo può aiutare le aziende a migliorare la produttività del personale in movimento, senza compromettere la sicurezza delle informazioni o la flessibilità del business”.

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