L’Icann ci ripensa, per la seconda volta. Dopo aver procrastinato in avanti di qualche settimana la deadline inizialmente prevista per le richieste di assegnazione dei nuovi domini top-level, la Internet Corporation for Assigned Names and Number ieri ha annunciato di voler riaprire la porta alle application ancora non inoltrate: fra il 22 e il 30 maggio prossimi sarà di nuovo possibile fare richiesta, compliando il questionario online.
Il motivo? Ad aprile, a far rimandare i termini temporali era stato un
problema tecnico del software che gestisce le richieste, con il rischio
che alcuni utenti potessero aver “sbirciato” più o meno accuratamente
nelle schede di registrazione altrui. E a quanto pare le indagini si
sono protratte per diverse settimane.
Nell’ultima
comunicazione ufficiale comparsa sul suo sito, Icann ha annunciato di aver inviato un’email a ciascun utilizzatore del sistema di registrazione, con le istruzioni per verificare se e quanto i propri dati – inclusi i domain name desiderati – siano rimasti visibili a potenziali scippatori di idee.
Dei circa
1.300 utenti potenzialmente colpiti dal problema tecnico, per la maggior parte (1.163) username e password sono rimasti sempre al sicuro, ma qualche decina di sfortunati potrebbe essere stata spiata, con la scoperta da parte di altri del proprio username e/o del nome scelto per il dominio personalizzato.
La scorsa settimana l’Icann ha dichiarato di aver ricevuto 2.091 richieste dal giorno in cui il sistema è stato messo offline, il 21 aprile. Considerando che per ciascuna domanda inoltrata Icann richiede una commissione di 5mila dollari, la somma già raccolta finora ammonterebbe a 350 milioni di dollari. “A voler essere onesti – ha commentato
per Cnet Warren Adelman, un ex membro del gruppo Affirmation of Commitments Accountability and Transparency Review di Icann – Icann dovrà rispondere a grossi interrogativi circa la destinazione da dare a tutti quei soldi”.
I risultati dell'indagine di Icann sul problema tecnico del software di application
Poter disporre di un dominio ad hoc sarà, per chi passerà la selezione, un privilegio dal costo salato:
185mila dollari per la registrazione e 25mila dollari l'anno per il mantenimento del dominio. Un prezzo comunque irrisorio per colossi come Google, Apple o Microsoft, e a cui si legano indubbi vantaggi di visibilità e marketing.
In caso di dispute, poi, i domini contesi potranno anche andare all’asta, facendo lievitare ulteriormente la cifra. Quel che è certo, per il momento, è che l’annunciata rivoluzione dei domini Web sta impiegando tempi più lunghi del previsto per realizzarsi.