19/01/2016 di Redazione

Donald Trump vuole riportare le fabbriche Apple negli Usa

Il magnate “rosso” in corsa per le primarie repubblicane ha dichiarato che, in caso diventasse presidente, farà di tutto per obbligare la Mela a costruire i propri dispositivi negli States. Chiodo fisso per il miliardario di New York, che già anni fa “min

immagine.jpg

Le primarie del Partito Repubblicano degli Stati Uniti si avvicinano e i concorrenti al titolo hanno ormai iniziato a scaldare seriamente i motori. La competizione scatterà a febbraio e proseguirà fino a giugno. Solo a metà anno si conoscerà quindi il nome dello sfidante ufficiale del membro del Partito Democratico. Ma, come detto, in vista anche degli ultimi confronti televisivi, i concorrenti sembrano fare a gara a chi la spara più grossa. Uno dei principali campioni in questa competizione è senza dubbio Donald Trump, miliardario settantenne dal capello improponibile e vera sorpresa di questa corsa alle presidenziali 2016. Dopo le numerose gaffe collezionate sugli immigrati arabi e sul blocco a Internet, Trump se ne è uscito ieri con la seguente dichiarazione: “Obbligheremo Apple a costruire i suoi dannati computer e altre cose in questo Paese, invece che in altri”. La promessa segue a quella fatta non più di due settimane fa sull’aumento della tassazione dei prodotti importati dalla Cina.

Paese dove, come praticamente tutti sanno, Apple fa realizzare la quasi totalità dei propri dispositivi (solo i Mac Pro vengono assemblati in Texas) grazie a un accordo con il colosso Foxconn. Secondo il ragionamento di Trump l’eventuale problema di una supertassa sui device della Mela (a tutti gli effetti made in China) non si porrebbe, in quanto, se mai diventasse presidente, l’azienda di Cupertino verrebbe costretta a riportare in patria tutta la produzione.

Alla faccia del libero scambio, di cui l’eccentrico magnate di professa cultore. “Il libero scambio è una cosa buona, ma dobbiamo riuscire in questo intento (riportare negli Stati Uniti le aziende, ndr). Altrimenti non avremo più un Paese”, ha aggiunto Trump, sottolineando come la “grande America” abbia perso in questi anni dieci milioni di posti di lavoro e 50mila fabbriche. Con buona pace però della libertà d’impresa, che permette alle aziende di insediare impianti produttivi ovunque esse vogliano. Almeno nei Paesi a economia di mercato.

 

Apple attualmente produce negli Usa soltanto il Mac Pro

 

Certo, Apple è stata a più riprese nel mirino della stampa, in seguito a reportage sulle miserrime condizioni di vita dei dipendenti della Foxconn e di un’impennata drammatica dei suicidi in fabbrica. I lavoratori, malgrado la pressione internazionale si sia tradotta in una piccola serie di migliorie, sono tuttora obbligati a orari molto lunghi e vivono tutti insieme in dormitori. I dipendenti, in sostanza, non lasciano quasi mai il luogo di lavoro. Ma come potrebbe Trump obbligare la Mela a tornare completamente negli Stati Uniti?

Il pensiero del magnate “rosso” non è nuovo e ha coinvolto in passato anche la Ford, accusata di avere impianti produttivi in Messico. Proprio al Ceo del colosso di Detroit, Trump disse che avrebbe applicato una tassazione del 35% se la casa avesse insistito nella fabbricazione di automobili al di fuori degli States. Dal canto suo, Apple ha invece sottolineato come, grazie alla propria attività, gli Usa abbiano beneficiato di 1,9 milioni di posti di lavoro creati, con 76mila dipendenti assunti direttamente da Cupertino.

 

ARTICOLI CORRELATI