14/03/2019 di Redazione

Driver Gpu bucati: Intel rilascia dei correttivi per Windows 10

L’azienda ha corretto 19 bug presenti nel software di gestione delle schede video integrate dei propri processori. Il produttore di chip consiglia anche di rimuovere dai Pc gli strumenti Matrix Storage Manager e Usb 3.0 Creator Utility, non più supportati

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Sono passate poche ore dal Patch Tuesday di marzo, che ha risolto una sessantina di bug e problemi per tutte le versioni di Windows. Giusto il tempo di aggiornare i sistemi, che a farsi sentire questa volta è stata Intel. Il colosso dei chip ha infatti spiegato che alcuni driver grafici di Windows 10 per le Gpu integrate sono affetti da 19 vulnerabilità che potrebbero portare un attaccante a compromettere i Pc colpiti. La casa di Santa Clara ha rilasciato delle patch per chiudere le falle che, va detto, vanno prese sicuramente in considerazione ma non sono le peggiori mai comparse sulla scena. Per funzionare correttamente, tutti i bachi richiedono l’accesso in locale da parte del cybercriminale. E, in certi casi, è necessario anche che l’utente maligno operi sulla macchina come amministratore, riducendo così ulteriormente il pericolo.

Le persone che utilizzano Windows 10 dovrebbero quindi cercare sulla pagina dei download di Intel i driver per le schede grafiche integrate. Le versioni sono: 10.18.x.5059 (Intel 15.33.x.5059), 10.18.x.5057 (15.36.x.5057), 20.19.x.5063 (15.40.x.5063), 21.20.x.5064 (15.45.x.5064) e 24.20.100.6373.

I team interni del produttore di chip hanno scoperto otto vulnerabilità, mentre una è stata segnalata dall’hacker etico @j00sean (nickname di Twitter) e le restanti dieci da partner esterni di Intel. Infine, l’azienda di Santa Clara ha confermato l’esistenza di due bug in Matrix Storage Manager e in Usb 3.0 Creator Utility. La prima è una vecchia applicazione per il monitoraggio dei dischi, il cui supporto è già stato sospeso da Intel: proprio per questo la società non ha rilasciato patch ma ha chiesto agli utenti di disinstallare il software.

Lo stesso consiglio riguarda Usb 3.0 Creator Utility (soluzione anch’essa non più supportata): tutte le versioni dello strumento potrebbero consentire a un attore terzo non autenticato di scalare i privilegi partendo da un accesso in locale.

 

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