28/05/2013 di Redazione

E-commerce ancora in salita, boom del mobile

Le previsioni di Netcomm per l’anno in corso parlano di un aumento del 17% rispetto al 2012 e di un fatturato di 11,2 miliardi di euro realizzato dai retailer italiani. Ma c'è ancora da lavorare sulla propensione all'acquisto e sulle tecnologie.

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Non è la prima volta che qualcuno parla dell’e-commerce come di un “volano” per l’economia italiana, né che il maggior esperto nazionale in materia, cioè Netcomm, utilizzi quest’espressione commentando i dati presentati nell’annuale eCommerce Forum da lui organizzato e giunto all’ottava edizione. Eppure non è banale parlare di volano, perché nell’attuale scenario economico una crescita del 17% è qualcosa di notevole.

L'e-commerce b2C  in Italia (Fonte: Osservatorio Netcomm-Politecnico)


Questa la percentuale stimata per le vendite realizzate, nei dodici mesi del 2013, dai siti italiani attivi nel commercio elettronico. Secondo l’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm–School of Management del Politecnico di Milano, il fatturato derivante dai canali elettronici ai retailer italiani quest’anno si attesterà intorno ai 11,2 miliardi di euro.

“Tutti i segnali e gli indicatori che definiscono l’e-commerce in numeri descrivono un settore in salute e crescita”, ha commentato Roberto Liscia, presidente di Netcomm. “Nessun comparto economico in questa fase di crisi profonda è stato in grado di correre con tale entusiasmo, anche e soprattutto grazie a una crescita molto importante dei consumatori. Le stime che mensilmente rileviamo come Netcomm insieme a Human Highway parlano di circa 14 milioni di individui che hanno acquistato online nei mesi scorsi. Stiamo parlando di popolazione di utenti cresciuta del 50% nel giro di 12 mesi”.

Fra i principali comparti, sono in crescita rispetto al 2012 soprattutto l’abbigliamento (+27%), l’informatica (+24%), il grocery (18%), il turismo (13%), le assicurazioni (12%) e l’editoria (4%). E aumenta il suo peso anche la componente export, in salita del 23% rispetto allo scorso anno, e legata per il 31% alle vendite di abbigliamente e al 55% al turismo: dimostrazione di come il concetto di Made in Italy si possa veicolare anche, e bene, attraverso i canali digitali.

A proposito di canali e sotto-canali, quello protagonista di un vero e proprio boom in ambito di commercio elettronico non è il Web tradizionale, ma il mobile, che mette a segno un +160% arrivando a quota 427 milioni di euro. Più in generale, secondo l’osservatorio Human Highway-Netcomm gli acquirenti online attivi sono aumentati di oltre il 50%, raggiungendo quota 13,6 milioni a fine aprile 2013, e raggiungendo il picco massimo dei 14 milioni di nello scorso periodo natalizio.


Occasioni d'uso di Internet; l'Italia è indicata in blu. Solo il 34% acquista online


I margini per crescere ancora

Altri dati interessanti arrivano da un’indagine condotta da ContactLab per conto di Netcomm, a proposito dei comportamenti d’acquisto in cinque Paesi Europei, cioè Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna. Quello che emerge è come nello Stivale il Web sia ancora, in molti casi, solo il primo passo di un processo d’acquisto che poi si concretizza soprattutto altrove, nei luoghi tradizionali dello shopping: da noi, infatti, a fronte di quasi nove utenti su dieci (89%) che si informano online su prodotti e brand, solo tre su dieci (34%) acquistano online.

Numeri inferiori a quelli di altre realtà, in primis quella britannica dove nove consumatori su dieci tra gli utenti regolarmente connessi a Internet acquistano online; e in Spagna lo fa un utente su due. I margini per un’ulteriore espansione del commercio elettronico, dunque, in Italia ci sono tutti.

Margini di crescita che sono, sì, legati a un cambio di atteggiamento da parte del consumatore, ma anche al comportamento delle istituzioni e alle precondizioni di mercato. Questo l’appello di Lisca: “Non mi stancherò mai di sollecitare le nostre istituzioni, e soprattutto il Governo in carica, a continuare sulla via tracciata in tema di pagamenti elettronici, quali l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di rendere disponibili i pagamenti con carte e home banking, così da accelerare i comportamenti digitali degli italiani. La moneta elettronica rappresenta la vera frontiera che permetterà alle piccole imprese di superare gli ultimi tabù per l’ingresso in questo nuovo e promettente mercato globale dell’e-commerce”.
 

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