05/07/2013 di Redazione

E-commerce tricolore: ordini più che raddoppiati

A detta di una nuova ricerca del Groppo Dada, nell’ultimo anno il totale degli acquisti online in Italia è cresciuto del 144%. Fra i settori, trainano la tecnologia, il fashione e l’alimentare, mentre uno scoglio è ancora rappresentato dalla percezione di

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È sempre e ancora il vero corridore che supera in velocità tutti gli altri, arrancanti e affaticati dalla crisi: l’e-commerce, come più volte fotografato dalle ricerche in materia, continua a crescere. E lo fa, a detta dell’ultima indagine realizzata da Gruppo Dada (E-shop in Italy, commissionata a ePages), a un ritmo annuo del 144%. Di tanto sono lievitati gli ordini degli utenti italiani sui siti monitorati, e parallelamente è salito anche il numero dei retailer presenti nel canale elettronico, dal momento che i negozi online aperti tramite il servizio Register.it nel corso degli ultimi due anni è cresciuto del 55%.


Una conferma, a detta di Gruppo Data, di come si stia affermando tra i commercianti la consapevolezza di quanto, oggi, vendere online sia strategico, quasi fondamentale per sostenere il business assicurandogli costi minori e una pubblico di clienti potenziali molto più vasto.

La scelta di investire nell’e-commerce rappresenta non solo un’opportunità che darà frutti in futuro, ma un vantaggio già raggiunto: le aziende italiane coinvolte nell'analisi che sono già attive online dal 2011, infatti, dichiarano di aver incrementato del 161% le proprie entrate e del 57% la media degli ordini ricevuti. Fra l’altro, il carrello medio dell’acquirente italiano online si attesta ormai intorno ai 157 euro, con una crescita del 7% nel 2012 rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda i settori merceologici maggiormente attivi online, l’indagine rivela che le realtà italiane più dinamiche operano nel fashion, nella tecnologia e nell’alimentare. Quanto alla variabile geografica, le regioni più impegnate nel commercio elettronico risultano la Lombardia e il Lazio (dove si collocano rispettivamente il 25% e il 16% delle aziende con siti Register.it), seguite da Emilia Romagna (8%), Veneto (8%), Piemonte (8%) e Toscana (7%), e con una presenza ancora minoritaria di aziende del Sud Italia.

“La nostra esperienza”, ha sottolineato Claudio Corbetta, amministratore delegato del Gruppo Dada, “conferma che il mercato del commercio elettronico sta registrando un trend di crescita importante a livello globale, europeo, ma anche italiano. Nel nostro Paese le imprese stanno, infatti, mostrando una crescente attenzione verso la presenza online, e anche tra le Pmi sta aumentando la consapevolezza dell’importanza del Web per migliorare il proprio business”.

Un altro dato è interessante: vendere online oggi non significa più soltanto costruire un sito e dotarsi di un apparato logistico per le consegne, bensì richiede un media mix accurato e un presidio di un canale importante come quello dei social network. L’indagine mostra una correlazione fra vendite online e propensione a comunicare nei luoghi 2.0: in altre parole, le aziende che sfruttano l’e-commerce tendono, più delle altre, a dedicare attenzione agli strumenti social. In particolare a Twitter, cioè alla piattaforma che oggi sta crescendo più velocemente: l’81% del campione coinvolto nella survey integra sul proprio sito di vendita l’icona di collegamento a Twitter, mentre per Facebook, sorprendentemente, la percentuale si ferma al 46%.

E poiché non è tutto oro quel che luccica, l’indagine sottolinea anche un aspetto ancora problematico nelle relazioni fra consumatori tricolori e e-commerce, ovvero il tema dei pagamenti. Tra le righe emerge ancora una scarsa fiducia nei confronti dei metodi di acquisto online, dal momento che un ordine su tre è evaso offline al momento della consegna (e in contanti nel 59% dei casi). Si fa strada, in ogni caso, l’opzione PayPal, oggi quella più scelta (nel 51% dei casi) da chi preferisce saldare il conto tramite Web al momento dell’ordine.
 

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